Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science rivela che la composizione del mantello inferiore della Terra potrebbe essere significativamente diversa da quella ipotizzata sinora. Il mantello inferiore include il cinquantacinque per cento del pianeta in volume e si estende da seicentosettanta e duemilanovecento chilometri in profondita’, come definito dalla cosiddetta zona di transizione e dal confine nucleo-mantello. Le pressioni nel mantello inferiore partono da 237 mila volte la pressione atmosferica e raggiungono l’1,3 milioni di volte la pressione atmosferica sul confine nucleo-mantello. La teoria prevalente e’ che la maggior parte del mantello inferiore sia costituita da un unico minerale silicato, comunemente chiamato “perovskite” che si ritiene non cambi struttura sotto l’enorme raggio di pressioni e temperature. Gli esperimenti effettuati dallo studio condotto dalla Carnegie Institution for Science di Washington hanno dimostrato che il ferro-perovskite e’ instabile. Il team ha scoperto che il minerale si dissocia in due fasi: una perovskite che manca di ferro e un nuovo minerale, ricco di ferro e dalla struttura esagonale, chiamato H-phase. I test hanno confermato che l’H-phase ricco di ferro e’ piu’ stabile del ferro-perovskite. Cio’ significa che equivale ad una sorta di specie inedita nel mantello inferiore. Dato che potrebbe cambiare la nostra conoscenza delle profondita’ della Terra.