Il nostro sistema solare potrebbe essere del tutto insolito. Gli astronomi, specie dopo le ultime scoperte, cercano di comporre un puzzle complicatissimo studiando la storia e l’evoluzione di altri sistemi planetari. Che il nostro sistema fosse “atipico” si è capito quando i ricercatori hanno cominciato a scovare esopianeti attorno ad altre stelle simili al Sole. Circa il 30-50% di stelle di classe media hanno pianeti giganti di tipo roccioso, grandi sino a 10 volte il nostro pianeta e a distanze molto piccole dalla stella madre. Ciò comporta, viste le altissime temperature e gravità a cui questi pianeti sono sottoposti, la probabilissima assenza di vita come noi la conosciamo. Una grande incognita è quella della formazione di queste super-terre in altri sistemi solari, che risultano anche molto comuni. Tra le teorie più accreditate c’è quella della migrazione, che prevede la formazione di questi grandi corpi nelle regioni più esterne del sistema planetario, per poi traslare nei pressi del sistema solare interno. Ciò significa che tali pianeti potrebbero essersi formati in una regione più fredda, oltre la cosiddetta “linea di gelo“, il punto in cui l’acqua e altri composti chimici che contengono idrogeno tendono a condensarsi in ghiaccio solido. Al contrario della Terra, che secondo i ricercatori, si sarebbe formata all’interno di questa linea immaginaria ricevendo acqua dalle comete o dagli asteroidi. Comprendere l’origine di queste super-terre rappresenterebbe un primo passo cruciale verso la risoluzione di tali misteri ancora non propriamente compresi.
Un altro grande mistero sulla formazione planetaria riguarda l’evoluzione dei giganti gassosi come Giove e Saturno. Circa il 15% di tutte le stelle conosciute hanno tali tipi di pianeti, ma solo il 10% di essi occupa una posizione “ordinata” come nel nostro sistema solare. L’altro 90% è invece occupato da pianeti con orbite molto eccentriche, forse a causa dell’attrazione gravitazionale che esercitano tra di essi. Gli astronomi pensano, inoltre, che i pianeti gassosi, nonostante la mole, si siano formati in tempi più brevi rispetto ai pianeti rocciosi. Si pensa che Giove, nel tempo, abbia agito come una palla gravitazionale nei primi anni del Sistema Solare, spingendo la metà della polvere e del materiale roccioso nel sistema solare interno. Questo spiegherebbe le dimensioni più piccole di Marte rispetto alla Terra e a Venere. Ora, grazie all’aiuto di sofisticati modelli matematici, gli astronomi sperano in un prossimo futuro di risalire alla dinamica che ha prodotto il nostro sistema solare e la sua unicità nell’universo. La soluzione, tuttavia, potrebbe non essere così imminente.