E’ arrivato a 282 morti il bilancio del disastro nella miniera di carbone di Soma, Turchia occidentale. Lo ha annunciato il ministro dell’Energia Taner Yildiz, facendo il punto della situazione alle ore 8 locali.
Secondo una nota diffusa ieri dall’azienda proprietaria dell’impianto, 450 lavoratori sono stati messi in salvo. Ma a quasi due giorni dall’esplosione e l’incendio che hanno scatenato l’inferno nelle gallerie della miniera, dove si trovavano centinaia di operai, le speranze di trovare dei sopravvissuti sono esilissime.
Ieri il premier Recep Tayyip Erdogan – che ha visitato il luogo del disastro – è stato contestato per questa tragedia da molti considerata “annunciata”, date le condizioni di lavoro e i drastici tagli sui costi dell’estrazione. Ad Ankara la polizia ha lanciato lacrimogeni per cercare di disperdere migliaia di manifestanti, scesi in strada per protestare contro il governo. Nella notte sono stati recuperati dalla miniera altri cadaveri e il bilancio confermato è salito così a 282 morti da quello precedente, di 274. Secondo le autorità, ci sarebbero ancora una novantina di minatori intrappolati in profondità. “Non abbiamo recuperato minatori in vita nelle ultime 12 ore”, ha sottolineato lo stesso ministro Yildiz , precisando che alcune gallerie della miniera sono ancora inaccessibili alle squadre di soccorso.