Sempre più utenti scelgono la grande rete Internet per prenotare l’albergo delle proprie vacanze tramite siti ad hoc. Ma nella bolgia infernale di siti che vantano professionalità ed esperienza, si possono talvolta celare delle truffe o delle scorrettezze.
Ecco perchè l’Antitrust ha deciso di indagare sulle agenzie turistiche on line. L’Autorità ha avviato un’istruttoria su Booking ed Expedia per verificare se limitino la concorrenza nei servizi di prenotazione, ostacolando la possibilità per i consumatori di trovare offerte migliori.
La decisione dell’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella, si legge in una nota, è stata presa nella riunione del 7 maggio 2014, dopo la segnalazione di Federalberghi, gruppo antitrust del Nucleo speciale tutela mercati della Guardia di Finanza e Aica (Associazione alberghi di Confindustria).
Nel mirino degli albergatori c’è, in primo luogo, la clausola cosiddetta di “parity rate”, che vieta agli hotel di pubblicizzare prezzi inferiori a quelli esposti sui grandi portali di prenotazione. Cosa che, secondo Federalberghi, “priva i turisti della possibilità di ottenere condizioni più favorevoli rivolgendosi direttamente all’albergo o ad altri intermediari che sarebbero disposti ad applicare commissioni più basse”.
E sono proprio queste clausole l’oggetto principale dell’indagine dell’Autorità. L’istruttoria, che deve concludersi entro il 30 luglio 2015, dovrà dunque verificare se le agenzie turistiche on line, Booking ed Expedia limitino, attraverso gli accordi con le strutture alberghiere, la concorrenza sul prezzo e sulle condizioni di prenotazione tra i diversi canali di vendita, ostacolando la possibilità per i consumatori di trovare sul mercato offerte più convenienti.