I rappresentanti di 195 Paesi si sono riuniti a Bonn sotto l’egida dell’Onu per valutare le iniziative che ciascuna nazione può adottare per la lotta ai cambiamenti climatici, in preparazione per il decisivo vertice di Parigi del 2015. A cercare di dare un segnale positivo verso un accordo globale sono stati gli Stati Uniti – che hanno approvato delle nuove norme sulle emissioni delle centrali elettriche e che intendono ridurre le emissioni del 30% entro il 2030 – e l’Unione Europea, che ha stimato addirittura al 24% il taglio delle emissioni ottenibile entro il 2020, contro il previsto 20%. L’obbiettivo finale – da raggiungere a Parigi – è una accordo vincolante che permetta di contenere l’innalzamento delle temperature medie entro i due gradi centigradi, quando la situazione attuale, se non corretta, porterebbe piuttosto a un aumento di 4 gradi. La riunione di Bonn è iniziata con delle discussioni tecniche ma entrerà nel vivo giovedì e venerdì con la presenza di una quarantina di Ministri competenti: in agenda le linee guida di un futuro accordo post-2020 ma anche che cosa sia possibile fare nei prossimi sei anni. La riunione non dovrebbe tuttavia concludersi con una decisione formale, anche perché le discussioni dovrebbero proseguire a settembre in un vertice convocato dal Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e nel dicembre successivo in Perù, dove si svolgerà la Conferenza Internazionale annuale sul clima.