Rispetto agli USA centrali i temibili MCC risultano più frequenti nelle vaste aree interne della Cina centrale. Nelle pianure centrali della Cina in estate si toccano valori di instabilità latente elevatissimi, con il “CAPE” (energia potenziale disponibile alla convezione) che raggiunge localmente i 6000 J/kg. Un valore incredibilmente notevole, con valori termici elevati (sopra i +30°C +32°C) e umidità relativa superiore all’85-90 % che mettono su l’ambiente ideale per lo sviluppo di temporali di estrema potenza. Poi l’azione del “getto polare” in quota fa il resto del lavoro esaltando ulteriormente la convenzione, dato l’effetto “vuoto” prodotto dai massimi di velocità del “getto” in quota. Quest’ultimi costringono le masse d’aria in ascesa, per l’ingente “gradiente termico”, a spingersi fino al limite superiore della troposfera, al confine con la stratosfera, per colmare tale effetto “vuoto”. Non esiste al mondo un luogo migliore in grado di fornire l’enorme mole di carburante necessario per la genesi di queste imponenti strutture temporalesche. Ma grossi MCC possono interessare la Cina centrale anche nella stagione primaverile, non appena una intensa irruzione di aria gelida dalla Siberia orientale o dalle steppe mongole si versa verso la parte più meridionale del paese asiatico, contrastando con l’aria molto più calda e umida preesistente lungo la fascia sub-tropicale cinese. Proprio nella stagione primaverile in Cina si sono osservati potenti MCC che sono rimasti in vita per 24 ore di fila, producendo nelle aree colpite eccezionali ondate di maltempo che sono purtroppo sfociate in gravi eventi alluvionali.
I temibili e rarissimi MCC (Mesoscale Convective Complex), i complessi sistemi temporaleschi a larga scala che producono venti violenti e piogge torrenziali
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