Studiare le galassie, approfondire la conoscenza di altre forme di vita nello spazio, capire da dove veniamo e molto altro ancora. Tutto questo è possibile grazie a strumenti adeguati come lo SKA, Square Kilometre Array, il più grande radio telescopio al mondo che diventerà pienamente operativo a partire dal 2020. La comunità scientifica mondiale si è riunita a Giardini Naxos, Messina, in Sicilia dall’8 al 13 Giugno in un summit importantissimo per il settore dell’astronomia e della fisica per fare il punto della situazione.
Scopo del summit. Nel 2004 viene pubblicato il volume ‘Science with the Square Kilometre Array’. Dopo dieci anni, circa 250 esperti da tutto il mondo decidono di riunirsi per aggiornare i dati, scambiare opinioni e impressioni sulle proprie ricerche. Nel corso della conferenza stampa di stamane presso l’Atahotel Naxos Beach, a cui hanno partecipato Philip Diamond, direttore dello SKA organization, Robert Braun, Grazia Umana, Justin Jones, Steven Tingay, e Naomi Mcclure-Griffths, sono state illustrate le fasi del progetto.
Cos’è lo SKA. Lo square kilometre array (SKA) è un progetto a cui prendono parte 11 paesi del mondo tra cui l’Italia oltre a Australia, Canada, Cina, Germania, Olanda, Nuova Zelanda, Sud Africa, Svezia e Regno Unito e India, per creare un importante radio telescopio dislocato in due località: Sud Africa, nel deserto Karoo e Australia, nella regione sud orientale del Murchison.
La scelta di questi due paesi è data sia da motivazioni climatiche favorevoli, come nel caso del Sud Africa, sia dalla scarsissima densità di popolazione, nel caso dell’Australia, dove lo SKA sorgerà su di un territorio completamente inabitato e vasto quanto l’Olanda. I dispostivi sudafricano e australiano, pur diversi nelle loro componenti tecniche, lavoreranno ad uno scopo comune, ovvero raccogliere immagini in alta definizione dello spazio per vari scopi astrofisici quali l’analisi dell’attività solare, la composizione della Via Lattea e l’evoluzione delle galassie ecc.
Obiettivi dello SKA. Lo SKA vuole rivoluzionare la nostra attuale comprensione dell’Universo e superare le attuali leggi della fisica. Capire l’origine dell’alba cosmica, la formazione delle galassie e della dark energy, da cosa sono generati i campi magnetici dello spazio, lo studio della ‘culla della vita’, e la gravità sono le sfide e le domande a cui i ricercatori grazie allo SKA vogliono dare delle risposte.
Oltre l’astronomia. Il progetto SKA, cui fa capo una società privata con sede nel Regno Unito, coinvolge non solo una rete di ingegneri e tecnici informatici, ma anche un network infrastrutturale su scala mondiale e le comunità locali che riunitesi in consorzi internazionali danno il loro contributo allo studio del cosmo e dell’ambiente spaziale.
Le domande di Meteoweb agli esperti:
Lo SKA Organisation, una grande rete di fisici e astrofisici, dimostra, grazie ai suoi membri, di possedere una grande coesione e una forza di volontà che ha reso possibile in pochi decenni la realizzazione di un progetto ambizioso che stanzierà fondi, da qui agli anni avvenire, per la ricerca scientifica. Alcune classi politiche e la burocrazia di alcuni paesi membri del progetto sono coinvolti anche economicamente nello SKA. Perché non sono stati un ostacolo per un progetto così economicamente cospicuo che porterà risultati tangibili nel medio e lungo termine?
Il direttore Philip Diamond ammette che i risultati più interessanti del progetto si avranno negli anni che verranno, ma la politica ha compreso che bisogna investire oggi per ottenere risultati futuri. E non saranno pochi: il progresso della scienza porterà progresso nell’industria, per esempio; si apriranno nuovi ambiti di ricerca e di lavoro in una sorta di reazione a catena. Ecco perché c’è chi crede ed ha a cuore lo SKA project…
Scoprire la vera origine del cosmo o le cause della gravità sono sfide accattivanti per l’umanità, ma restano talvolta fruizione della ristretta comunità scientifica. Quali vantaggi può apportare lo SKA nelle nostre vite quotidiane?
Il prof. Tingay spiega che lo SKA permetterà di studiare tanti fenomeni che ci riguardano da vicino. Ad esempio, il fenomeno dei flare che partono dal Sole e che in questi giorni hanno ripercussioni sul malfunzionamento di alcuni cellulari e tablet anche in Italia, potranno essere non solo osservati meglio ma anche individuati prima di arrecare disagi ai nostri sistemi informatici. Ma importi progressi si avranno anche in medicina: più si conoscono i rischi dell’esposizione al sole, più si può intervenire sulla nostra salute.
In sintesi, lo SKA:
- sarà il più grande e più intelligente radio telescopio del mondo;
- rivoluzionerà la nostra conoscenza dell’Universo;
- utilizzerà nuove e rivoluzionarie tecnologie di ricezione e meccanismi di trasporto di segnali su larga scala.