Meteo Didattica: violenti temporali devastano l’Europa, ecco le dinamiche che accendono i temibili “Derechos”

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8-495x277Nell’articolo di ieri avevamo evidenziato come il violentissimo temporale che la sera di lunedì  9 Giugno 2014 aveva devastato il Nordreno Vestfalia (provocando almeno 6 morti), colpendo con durezza la città di Düsseldorf, al culmine dell’anomala ondata di calore che ha colpito la Germania ad inizio settimana, erano associati ad una vasta “Squall Line” (di natura pre-frontale) che conteneva al proprio interno diversi “bow echos”. Parliamo di temporali associati a “Squall Line” che assumono la classica forma di un arco, e dove si manifestano, spesso davanti il muro che precede i forti rovesci di pioggia, violentissimi “Downbursts”.Uno di questi “Downbursts” ha colpito Düsseldorf, dove il temporale è stato preceduto da violente raffiche di vento che hanno superato i 120-130 km/h, con un picco assoluto di ben 144 km/h. Le raffiche di vento, raggiungendo l’intensità di uragano di 1^ categoria sulla scala Saffir-Simpson, hanno sradicato diversi alberi, mentre molti tetti di abitazioni private hanno subito danni considerevoli.

bowecho2withkeyLa “Squall Line”, che ha assunto la caratteristica di “bow echo”, ha attraversato la regione della Ruhr, una delle più popolose della Germania, causando molti danni e purtroppo anche la morte di almeno 6 persone. Nella maggior parte dei casi si tratta di gente che ha provato a rifugiarsi sotto alberi di alto fusto, abbattuti dai fortissimi venti legati al “Dowmbursts”. Questi fenomeni temporaleschi spesso rappresentano delle vere e proprie linee temporalesche, o meglio estese “linee di groppo”, che possono estendersi per centinaia di miglia lungo le pianure degli USA, causando numerosi danni a seguito dei forti rovesci di pioggia, delle grandinate, dei rapidi e improvvisi colpi di vento prodotti dai “Downbursts” (che possono raggiungere l’intensità di un uragano). Nelle praterie centrali degli Stati Uniti, la più grande fabbrica di “Supercelle” del pianeta, poiché terreno di scontro tra le fredde e secche masse d’aria provenienti dal Canada centrale con quelle molto più calde e umide che risalgono dal golfo del Messico, questo tipo di temporali (di natura non “supercellulare”) prende il nome di “derecho”.

522548_399175806762214_100000093938462_1552519_318980326_nUn termine anche quasi disconosciuto in Europa, pur trattandosi di temporali molto frequenti anche sul nostro continente. In questo articolo noi cercheremo di analizzare le dinamiche che favoriscono la nascita di questi potenti sistemi temporaleschi, capaci di arrecare ingentissimi danni e purtroppo anche vittime. Il “Derecho” in genere sorge in un’area di divergenza del vento nei livelli superiori della troposfera. Tale area di divergenza della “getto polare” deve sovrastare una regione dove prevale un flusso di aria calda e molto umida nei bassi strati (avvezione calda), a seguito di una ondata di calore (“heat waves“) o una rimonta calda e umida in risalita dal golfo del Messico. La sovrapposizione dell’area di divergenza del “getto” al di sopra di una intensa avvezione calda spesso produce una zona di profonda convenzione (dove si manifestano forti moti ascensionali) che può favorire l’insorgere di intensi sistemi temporaleschi a mesoscala, capaci in seguito di unirsi in un fronte continuo. Una volta formato il fronte temporalesco si unisce in un unico blocco muovendosi velocemente, seguendo l’andamento delle correnti nella media e alta troposfera.

Un evento di "Derecho" lungo gli USA centro-orientali
Un evento di “Derecho” lungo gli USA centro-orientali

Gli eventi di “Derecho” più intensi si verificano soprattutto in estate, specialmente nei mesi di Giugno e Luglio, nelle aree caratterizzata da un forte “Wind Shear verticale” (variazioni di velocità e direzione del vento man mano che si sale di quota). A differenza delle tradizionali “Squall line” ( o linee di groppo) il “Derecho”, durante la sua avanzata verso est o nord-est, in direzione della costa atlantica statunitense, o sulle pianure dell’Europa centro-orientale, assume la forma di un arco o di una prua di una nave più o meno pronunciata. L’insorgenza di questo arco, che rappresenta la parte avanzate del fronte temporalesco, è originata dalla formazione di un’area di pressione molto più elevata nella parte sommitale del sistema convettivo a mesoscala avanzante. Questa area di alta pressione si forma a causa del forte movimento discendente presente dietro la linea di groppo che attiva potenti “Downburst” che spesso escono per diversi chilometri dalla linea del fronte avanzante, anticipando l’imminente arrivo dei temporali. Le dimensioni di questo arco possono variare a secondo delle situazioni, variazioni significative possono indebolire o estinguere quasi del tutto il “Derecho”. Durante la stagione invernale i “Derechos” generalmente si sviluppano all’interno di un flusso di venti da sud-ovest nella media e bassa troposfera, in un contesto di moderata instabilità atmosferica e alti valori di “Shear verticale” del vento (più di 20 m/s in più i 5000 metri).

wx-radar-downburst-bow_echoSecondo i meteorologi statunitensi del National Weather Service un episodio di “Derecho” è classificato come un esteso e lungo fronte temporalesco che è preceduto o accompagnato da forti colpi di vento, che raggiungono e superano i 50 nodi, circa i 93 km/h (58 mph). Tali velocità, davvero considerevoli, devono presentarsi lungo l’intero arco del fronte temporalesco che deve mantenersi in vita per un periodo di almeno 6 ore. Proprio per questi motivi il “Derecho” può riuscire a compiere più danni di una tempesta tropicale o un vero e proprio uragano visto l’estensione dei forti colpi di vento e i forti fenomeni precipitativi che ne fanno seguito. I “Derechos” sono in possesso di un alta velocità di propagazione e di una rapida crescita in avanti. Hanno un aspetto distintivo radar (noto come un arco), con diverse caratteristiche uniche, come la manifestazione di due o più “Downbursts” di fila. All‘interno di un nucleo temporalesco si possono raggruppare più “Downbursts“, creando dei “Macrobursts“. Questi rettilinei campi di vento possono superare i 160 km/h, mentre nei casi estremi, come quello del 30-31 Maggio del 1998 fra il sud del Canada e l’area dei Grandi Laghi, le raffiche di vento prodotte dai “Macrobursts” possono divenire talmente violente toccando i 250 km/h, sradicando interi boschi, causando ingentissimi danni alle abitazioni.

5I “Derechos” tendono a fornire la stragrande maggioranza di condizioni estreme di vento su gran parte del territorio in cui si verificano. I dati raccolti dal Servizio Meteorologico Nazionale degli Stati Uniti e da altre organizzazioni di meteorologia, mostrano che una grande fetta del territorio del centro-nord degli Stati Uniti, del Canada e di gran parte della superficie dei Grandi Laghi, si può aspettare colpi di vento superiori, dai 135 km/h ai 190 km/h, almeno una volta ogni 50 anni. Questa raccolta dati comprende pure le potenti tempeste di vento prodotte dai profondi “gradienti barici orizzontali” prodotte dal passaggio di profondissimi cicloni extratropicali e altre da fonti barocline. Sugli USA solo le coste che si affacciano sul golfo del Messico o all’Atlantico, vedi soprattutto le Everglades, possono sperimentare condizioni eoliche ben più estreme durante il “landfall” di grandi uragani che raggiungono la 4^ categoria della Saffir-Simpson, con venti medi sostenuti capaci di oltrepassare la soglia molto pericolosa dei 220 km/h. Sul vecchio continente, invece, gli eventi di “derecho” rimangono ancora molto più rari.

Credit: Focus
Credit: Focus

Eppure nell’ultimo decennio, al seguito di ondate di calore sempre più potenti e durature nel tempo su vaste aree del continente, sempre più spesso si è creato l’ambiente adatto per lo scoppio, tavolta improvviso, di violentissimi temporali, organizzati in “Squall Line” pre-frontali, con all’interno due o più “bow echos”. Quest’ultimi, rimanendo attivi per almeno 6 ore, con potentissimi “Downbursts” che precedono o accompagnano le forti precipitazioni, possono addirittura riuscire ad evolvere in “Derecho”, divenendo molto pericolosi e distruttivi se la traiettoria seguita li spinge verso aree densamente abitate o grandi centri urbani.

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