Analizzando più di 140.000 galassie e 50.000 quasar, gli scienziati sono stati in grado di calcolare l’espansione dell’universo con una precisione senza precedenti. Le galassie lontane, conosciute come quasar, servono come “righello standard” per mappare le variazioni di densità nell’universo. Utilizzando il Baryon Oscillation Spectroscopic Survey (BOSS), due squadre di fisici hanno migliorato la comprensione degli scienziati della misteriosa energia oscura che muove l’accelerazione dell’universo. Triplicando, inoltre, il numero di quasar studiati in precedenza, gli scienziati sonostati in grado di calcolare il tasso di espansione a 68 Km/s per ogni milione di anni luce, guardando indietro nel tempo. “La nuova ricerca esplora una regone dell’universo che non era ma stata esplorata prima”, sostiene Font-Ribera, dell’U.S. Department of Lawrence Berkeley National Laboratory. L’universo in espansione si estende in onde luminose mentre viaggiano attraverso di essa, un processo che gli astronomi chiamano redshift. In precedenza, gli astronomi utilizzavano BAOS per misurare le distanze delle galassie, al fine di determinare la distribuzione della massa nell’universo, e quindi tasso di espansione dell’universo. Ma le galassie crescono più debolmente a distanze maggiori, per cui gli studi precedenti si sono limitati a guardare indietro solo di 6 miliardi di anni luce nella vita dell’universo, che ha complessivamente 13,8 miliardi di anni. All’inizio del XX secolo, l’astronomo Edwin Hubble determinò che le galassie si allontanavano dalla Via Lattea a causa dell’espansione dell’universo. Ulteriori studi non solo confermarono tale dinamica, ma misero in risalto che il tasso di espansione stava accelerando anziché rallentare. La cusa? Una forza invisibile e ancora parzialmente sconosciuta che gli astronomi chiamano “energia oscura”. Lo studio è sato presetato nel mese di aprile in una riunione della American Physical Society a Savannah, in Georgia.