L’ondata di calore, proveniente dall’entroterra desertico algerino (più precisamente dalla regione dell’hamada di Tinchert e dai grandi Erg orientali), che fra domani e mercoledì interesserà le nostre regioni più meridionali, e la Sicilia in particolare, può essere considerata davvero significativa. Ma rientra nei normali canoni della stagione estiva, che sovente si caratterizza per l’avvento di diverse ondata di calore, in genere tre o quattro, ed altre avvezioni calde meno significanti, dove prevale l’aria di matrice sub-tropicale marittima sospinta dall’anticiclone azzorriano. Fra queste, di norma, solo una o due possono risultare veramente intense, facendo schizzare i termometri oltre la soglia dei +38°C +40°C all’ombra.
Il mese di Giugno in genere è caratterizzato da una o due avvezioni calde rilevanti, di moderata intensità, proprio come quella che ci sta interessando in questi giorni. Eppure anche il mese di Giugno, negli ultimi anni, è stato in grado di riservarci ondate di calore particolarmente “cattive” sul nostro territorio che non possono nemmeno minimamente paragonate con l’evento di questi giorni. Basta ricordare la “storica” grossa ondata di calore che arroventò le nostre regioni meridionali e la Sicilia nell’ultima decade del Giugno 2007, quando dall’entroterra desertico algerino e libico si alzò una gigantesca bolla d’aria “bollente” e molto secca che si isolò dopo mesi di perenni anomalie termiche positive su tutta l’Africa sub-sahariana.
In quel periodo l’anomala impennata verso nord del “fronte di convergenza intertropicale”, sopra l’Africa occidentale, aveva fatto sobbalzare l’imponente anticiclone permanente libico-algerino (alta pressione di origine dinamica colma di aria molto calda e secca a tutte le quote stagnante sopra le vaste superfici desertiche del Sahara), con i suoi massimi in quota, fin sul basso Mediterraneo e le nostre regioni meridionali. Queste trovandosi lungo il bordo occidentale della robusta struttura anticiclonica di origine sahariana sono state direttamente coinvolte dalla risalita di masse d’aria veramente “roventi” a tutte le quote (il flusso sahariano rimase attivo fino all’alta troposfera), che hanno prodotto una possente “avvezione di spessore” che determino forti massimi di geopotenziale su tutto il meridione.
A cavallo, fra il 26 e il 27 Giugno 2007, l’impressionante onda mobile di calore che si sviluppo sopra il Sahara algerino e libico cominciò ad investire la penisola italiana, con l’insidiosa isoterma di +30°C a 850 hpa (circa 1400 metri) che sorvolo per poche ore i cieli siciliani, mentre la +28°C e +27°C a 850 hpa raggiunsero la Sardegna, la Calabria e la Puglia meridionale, accendendo una insopportabile “fornace” che venne ulteriormente acuita dalla scarsa ventilazione nei bassi strati (dato il notevole livellamento pressorio) e dall’attivazione di intense “Subsidenze atmosferiche” (correnti discendenti tipiche in seno ai forti regimi anticiclonici che tendono a comprimere l’aria nei bassi strati, scaldandola ulteriormente) indotte dai massimi di geopotenziale a 500 hpa.
La calura sprigionata da questo mix micidiale fu talmente forte da far schizzare i termometri oltre il muro dei +45°C +46°C all’ombra in svariate località di Sicilia (in particolare fra ennese, siracusano, catanese), Calabria e Puglia (specie il foggiano e il barese). Ma in alcune aree più interne la colonnina di mercurio nelle ore centrali del giorno varco persino il muro dei +47°C, un valore davvero estremo per il nostro territorio. La stazione automatica di Foggia Amendola, gestita dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, passo alla storia per aver archiviato una temperatura massima assoluta di ben +47.0°C.
Un dato a dir poco pazzesco che stabilì la temperatura più alta mai registrata in Italia da una stazione meteorologica ufficiale dell’Aeronautica Militare, oltre che al record assoluto di caldo della stazione e al valore mensile più alto registrato nel mese di Giugno sul territorio nazionale. Oltre agli incredibili +47.0°C di Foggia Amendola in quella stessa giornata caddero pure i record assoluti di caldi delle stazioni di Marina di Ginosa e Termoli, che registrarono delle temperature massime, rispettivamente di +43.6°C e +41.6°C. Neanche si contarono i record di caldo assoluti mensili, totalmente bruciati dalla Sicilia alla Puglia. Fra questi, per evitare di creare confusione, riportiamo solo quelli più significativi delle singole stazioni del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare;
- Catania Sigonella: +44.2 °C
- Lecce Galatina: +44.0°C
- Palermo Boccadifalco: +44.0 °C
- Messina: +43.4 °C
- Gioia del Colle: +41.4 °C
- Cozzo Spadaro: +40.4 °C
- Cagliari Elmas: +39.0 °C
- Guidonia: +38.4 °C
- Bonifati: +38.2 °C
In alcuni casi i record anteriori mensili furono letteralmente bruciati di oltre +1°C, o anche più. Massime sui +46°C +47°C vennero registrate anche nelle piane più interne della Sicilia. Cifre davvero impressionanti per il mese di Giugno che si avvicinarono alle storiche temperature massime che caratterizzarono la grande ondata di calore dell’Agosto del 1999, quando a Catenanuova, paese situato al confine fra catanese e ennese, nella parte più interna della piana di Catania, si registrò una impressionante temperatura massima di ben +48.5°C all’ombra, ritenuta la temperatura più alta mai registrata da una stazione affidabile sull’intero continente, nonché l’attuale record assoluto di caldo europeo. Il caldo veramente feroce comincio ad indebolirsi nei giorni successivi, per essere definitivamente scacciato verso l’entroterra nord-africano dall’ingresso di più miti correnti dai quadranti nord-occidentale che sospinsero l’isoterma di +30°C a 850 hpa a ridosso della costa libica. Fra il 28 e il 29 le temperature subirono un autentico crollo, anche dell’ordine dei -10°C -12°C. Dopo qualche giorno le temperature si assestarono intorno i valori tipici del periodo, dopo l’incredibile shock dei giorni precedenti.