Che i maltrattamenti subiti nell’infanzia potessero avere conseguenze sulla salute mentale in eta’ adulta era cosa nota. Ora nuove evidenze scientifiche dimostrano che questi incidono persino sulla durata della vita. Una rassegna di studi scientifici sull’argomento e’ stata presentata al 70esimo Congresso Italiano di Pediatria in corso a Palermo. Nell’ambito della tavola rotonda dedicata ai diritti dei bambini e’ emerso che abusi, punizioni, negligenze e atti di bullismo provocano stress cronico nei bambini, invecchiamento precoce e un maggior rischio di sviluppare patologie come obesita’, cefalea, sindromi dolorose, asma, malattie cardiache, tumori. “Una ragione in piu’ per rafforzare la sorveglianza e prevenire gli abusi sui minori, un fenomeno che interessa circa 100mila bambini ogni anno in Italia”, ha detto Pietro Ferrara, giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Roma e docente di Pediatria presso l’Istituto di Clinica Pediatrica dell’Universita’ Cattolica del S. Cuore e l’Universita’ Campus Bio-Medico di Roma. “Si tratta comunque di una stima approssimativa – ha continuato – in quanto nel nostro Pese non esiste un sistema di monitoraggio, gli unici dati certi sono quelli relativi agli abusi sessuali, ma il maltrattamento e’ un concetto molto piu’ ampio che include molestie, abusi fisici e psicologici, negligenza nelle cure, atti di bullismo. L’Oms Europa ha stimato che i casi reali siano 9 volte piu’ numerosi di quelli segnalati”. “Gli studi ancora una volta confermano come sia necessario rafforzare la prevenzione degli abusi”, ha affermato il presidente della Societa’ Italiana di Pediatria (Sip), Giovanni Corsello. “La SIP e’ da tempo impegnata a formare i pediatri – ha proseguito – a riconoscere i segni dell’abuso e identificare qualsiasi situazione sospetta in questo percorso. Ad esempio fratture delle ossa lunghe o rottura delle ossa costali posteriori in bambini di eta’ inferiore a 18 mesi, fratture ricorrenti, incidenti domestici frequenti devono far suonare un campanello d’allarme: si stima che un quarto delle fratture delle ossa lunghe nei bambini molto piccoli sia la conseguenza di un maltrattamento”. Una recente ricerca apparsa su Molecular Psychiatry ha rivelato che le conseguenze delle punizioni e delle violenze sono cicatrici invisibili che rimangono nella psiche e, sorprendentemente, nel Dna. Sono state intervistate le madri di 236 bambini che avevano subito violenze domestiche, assistito a comportamenti violenti tra i genitori o erano stati vittima di bullismo ed e’ stato misurata la lunghezza dei loro telomeri. Si tratta delle piccole porzioni di Dna che si trovano alle estremita’ dei cromosomi e che si accorciano ad ogni divisione cellulare fungendo da veri e propri indicatori della longevita’ dell’individuo. I ricercatori che hanno misurato la lunghezza dei telomeri del gruppo di bambini maltrattati hanno osservato un accorciamento di queste strutture pari a un invecchiamento prematuro di circa 7-10 anni. I segni sul corpo subiti nell’infanzia potrebbero essere predittivi di malattie in eta’ adulta, sostiene un lavoro pubblicato su Journal of Behavioral Medicine in cui sono state valutate le condizioni di salute di due gruppi di soggetti tra i 40 e i 60 anni: uno di 150 soggetti con problemi di salute come cancro, disturbi cardiaci e asma e un gruppo di controllo composto da 250 persone sane. I ricercatori dell’Universita’ di Plymouth, hanno rilevato che i soggetti malati riferivano in misura una volta e mezza superiore rispetto al gruppo di controllo di aver subito da piccoli punizioni corporali, abusi e insulti. Se i maltrattamenti sono numerosi e “cronici” le conseguenze a lungo termine sono maggiori. Lo ha rivelato una ricerca della Washington University di St. Louis, hanno ricordato gli esperti, che ha seguito quasi 6.000 bambini da 1.5 a 11 anni dal 1993 al 2009. Maggiore e’ il numero di maltrattamenti subiti, peggiore e’ l’outcome in termini di disturbi psicologici e comportamentali come abuso di sostanze, incidenti e traumi, malattie sessualmente trasmesse, delinquenza e tentativi di suicidio. “La relazione e’ direttamente proporzionale al numero di maltrattamenti subiti”, ha precisato Ferrara. “I bambini che avevano subito un solo abuso – ha aggiunto – sviluppavano problemi nel 39,5 per cento dei casi, quelli con 4 episodi nel 67 per cento dei casi sino al 91,9 per cento dei minori per i quali si contavano piu’ di 12 episodi. Un dato incontrovertibile che deve far riflettere”.