Compie dieci anni la straordinaria avventura della sonda Cassini fra gli anelli di Saturno, a caccia di immagini e dati unici che hanno rivelato che la superficie ghiacciata e inospitale di alcune lune, come Encelado e Titano, potrebbe nascondere oceani di acqua liquida, teoricamente capaci di sostenere la vita. Il primo luglio 2004 la sonda nata dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi) entrava nell’orbita del pianeta degli anelli: un’operazione seguita in una diretta piena di colpi di scena dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, a Pasadena. Lanciata il 15 ottobre 1997 da Cape Canaveral, Cassini ha viaggiato protetta da radiazioni e micrometeoriti dall’antenna italiana ‘tuttofare’ costruita dalla Thales Alenia Space (allora Alenia Spazio). Fino al dicembre 2004 ha portato con se’ la sonda Huygens dell’Esa, che il 15 gennaio 2005 e’ scesa nell’atmosfera della piu’ grande luna di Saturno, Titano, rivelando un paesaggio quasi terrestre, con laghi e fiumi di metano tra le montagne. ”Delle tante scoperte memorabili fatte da Cassini in questi dieci anni, c’e’ sicuramente l’aver individuato la presenza di acqua liquida dove non prevedevamo, come sotto la superficie ghiacciata di Encelado e Titano”, ha detto il coordinatore scientifico dell’Asi, Enrico Flamini. Grazie ai dati di Cassini, ha aggiunto, ”si e’ imparato molto sul ruolo dell’acqua nel Sistema Solare e, di conseguenza, si sono stabiliti nuovi vincoli per lo studio dei pianeti esterni al Sistema Solare e per la probabilita’ che questi possano ospitare o meno forme di vita”.