La caravella portoghese: non è un gonfiabile, né una medusa ma un bizzarro sifonoforo

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La caravella portoghese, scientificamente nota come “ Physalia Physalis”, è l’unica specie conosciuta del genere Physalia e della famiglia Physalidae e si trova nei mari tropicali e sub-tropicali di tutto il mondo, ma può capitare di ritrovarla anche su coste molto più fredde (es. Inghilterra, Irlanda). E’ stata avvistata anche nel Mediterraneo, al largo della Spagna, della Corsina e nel 2010 anche a Malta.

CARAVELLASeppure molti la considerino una medusa, in realtà si tratta di un sifonoforo, un animale-colonia, formato da 4 individui chiamati zooidi, collegati fisiologicamente tra loro, al punto da esserne dipendenti l’uno dall’altro per la sopravvivenza. In particolare, i dattilozoidi si sviluppano in lunghezza, formando tentacoli lunghi sino ai 50 metri di lunghezza (normalmente sono sui 10 metri); i gastrozoidi che si modificano a formare l’apparato di cattura e digestione del cibo; i gonozoidi, ossia gli organi riproduttori (che sono singoli individui anche questi) e infine lo pneumatoforo, che forma una sacca che può essere riempita di gas, permettendo alla colonia di galleggiare. Quest’organo è trasparente ma anche colorato di blu, rosa o violetto. Physalia gonfiandosi, è sospinta dal vento e può procedere alla velocità di 4 nodi, 120 metri al minuto, 10 Km al giorno.

Solitamente non procede nella stessa direzione del vento, anzi può navigare di bolina come le barche a vela e spingersi controvento fino a che non si appiglia a qualche alga che inevitabilmente ne rallenterà la velocità. Questo accade raramente poiché la caravella portoghese ha adottato un accorgimento evolutivo per fronteggiare la forza di Coriolis (la forza che devia qualsiasi corpo in movimento verso destra nell’emisfero nord, e verso sinistra nell’emisfero sud). Il veleno della caravella portoghese è costituita da un mix di 9-10 peptidi termolabili, già inattivi a 55°C e la tossina isolats, chiamata ipnotossina (o fisalitossina) per le sue proprietà ipnotiche, determina la “sindrome fisalica”. In seguito ad una puntura, il dolore è lancinante e può causare una sincope riflessa (perdita grave di coscienza). Sulla zona colpita si forma quasi subito un eritema, poi ricoperto di bolle, mentre tutto il corpo si riempie di pomfi pruriginosi. A questi sintomi si susseguono: ansia, angoscia, vomito, presincope o svenimento e sensazione di morte imminente. Nei casi lievi, le lesioni si risolvono con esiti cicatriziali che possono perdurare mesi, mentre ansia, vomito e a volte coliche si risolvono in 2-3 giorni. Nei casi gravi, le lesioni possono trasformarsi in piaghe profonde e purulente, mentre nel sangue permangono per anni anticorpi IgG anti-physalia.

In seguito ad una puntura, bisogna evitare il bendaggio che non fa altro che incrementare la quantità di veleno che viene iniettata; così come il lavaggio con soluzioni alcoliche, dopobarba o altre lozioni tipo quella di Suntan. Evitate lavaggi con Vineger (soluzione 3-10% di acido acetico acquoso ) che allevia le punture di meduse del genere Chironex mentre nel caso della caravella portoghese provoca l’effetto opposto. I pescatori consigliano di urinare sulla parte colpita poiché conterebbe ammoniaca, quando in realtà il “rimedio naturale” funziona a volte poiché la stessa urina risulta calda (circa 37°C) e non perché contiene ammoniaca (presente invece in gravi patologie del fegato). I predatori della caravella, come per esempio la tartaruga comune (Caretta caretta), hanno la pelle troppo spessa per temerne le punture. Un tipo particolare di polpo, il Tremoctopus violaceus, è noto invece per essere immune al veleno; non solo, a volte strappa i tentacoli alla caravella e se ne serve come difesa.

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