Il salvage master dell’operazione Concordia, Nick Sloane, torna sul recupero del relitto e, intervistato da Repubblica e in un colloquio con la Stampa, ripercorre il suo lavoro al Giglio e il viaggio per portare il relitto a Genova. “L’inverno scorso – dice al quotidiano diretto da Ezio Mauro – ero preoccupato per i temporali, temevo che la nave si girasse, sarebbe stato un grosso guaio”. E alla domanda se abbia mai pensato di perdere la sfida della Concordia risponde: “in realta’ erano due, le sfide”; la prima “e’ stata trovare l’esatta posizione per la piattaforma che avrebbe dovuto mettere Concordia nella giusta posizione. E poi nessuno era contento, il morale era molto basso”. La seconda sfida? “Per posizionare i galleggianti, abbiamo creato una specie di guscio, che lasciava la prua della nave libera, ma gli scogli erano li’ a pochissima distanza e tutti pensavano non fosse possibile farcela”. Ha conosciuto il premier? “No – risponde Sloane, – mister Renzi mi ha chiamato al telefono, era molto soddisfatto, non pensava quasi fosse possibile un’impresa del genere”. “L’ aver riportato la nave a Genova – continua Sloane nel colloquio con il quotidiano torinese – per me e’ la fine della saga della Concordia. Adesso me ne andro’ a casa per stare con la mia famiglia”. Il Giglio? “Sara’ bello tornarci e fare due tuffi. E magari dare un’occhiata alle nostre piattaforme, laggiu’ in fondo al mare”.
Questa storia “ci da’ almeno tre lezioni. Ci ha insegnato che il lavoro di squadra, anche fra le istituzioni, garantisce sempre questi risultati. Ci ha confermato che la trasparenza premia: abbiamo sempre detto tutto a tutti, anche quando avevamo qualche preoccupazione. Ci ha rivelato che questa e’ un’occasione per l’Italia. Eravamo un paese di grandi costruttori di navi e ora scopriamo che possiamo diventarlo come demolitori”. Il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, intervistato dal Messaggero, commenta cosi’ l’arrivo della Concordia al porto di Genova. E riflette sulle polemiche dei francesi, che hanno chiesto rassicurazioni scritte al governo italiano e sorvegliato il passaggio del relitto al largo della Corsica nel timore di danni ambientali: “adesso avranno finalmente capito che quando facciamo le cose le facciamo bene, che per la sicurezza delle loro acque non c’era veramente nulla da temere”. Torna poi sulla scelta di preferire Genova a Piombino: il comune toscano, spiega il ministro “sarebbe stato sulla carta il porto ideale. Ma non era pronta e non potevamo permetterci l’enorme rischio di mantenere la Concordia” nei fondali del Giglio, “magari per un altro inverno. Un rischio enorme”.