La Costa Concordia sarà a Genova all’alba di domenica, poi 8 ore di manovra nel porto

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genova porto“L’arrivo della Costa Concordia e’ previsto domenica mattina intorno alle 5-5.30”. L’annuncio dell’Ammiraglio Melone, Comandante della Capitaneria di Porto, l’Autorita’ Marittima della Liguria, arriva al termine di un vertice che si e’ svolto in Prefettura, al quale hanno partecipato anche le Forze dell’ordine, la Protezione Civile nazionale, e lo staff di Costa “La manovra e’ delicata – aggiunge l’ammiraglio – e i servizi tecnico nautici, insieme all’autorita’ marittima da giorni esaminano i diversi aspetti”. A vigilare la Capitaneria di porto. “Tra le misure previste – conclude Melone – ci saranno delle motovedette nei punti piu’ delicati che dovranno evitare che i curiosi possano dare fastidio”.

LE OPERAZIONI PER L’INGRESSO NEL PORTO DURERANNO TUTTA LA GIORNATA DI DOMENICA, SARA’ UNA MANOVRA DIFFICILE – Fra le sei e le otto ore saranno necessarie per prendere in carico la Concordia dal mare aperto e accompagnarla con tutta la delicatezza del caso all’interno del porto di Genova dove nel giro di un paio di settimane cominceranno le prime operazioni di stripping. Ce ne vorranno dalle tre alle cinque per il compito altrettanto delicato di ormeggiare il relitto alla diga foranea. Una intera giornata di operazioni che comincera’ con le prime luci dell’alba di domenica verso le sei del mattino e per la quale sono pronti i tre gruppi che fisicamente compiranno l’operazione: i piloti, i rimorchiatori e gli ormeggiatori. I piloti che assisteranno il salvage master Nick Sloane e metteranno a sua disposizione tutte le conoscenze del porto di Genova saranno quattro. Oltre a Giovanni Lettich, che sara’ in plancia di comando, ce ne saranno altri tre, due a poppa e uno a prua. Seguiranno anche le manovre di aggancio e di sgancio degli otto rimorchiatori che rileveranno dai due oceanici che la stanno trainando dal Giglio. I due a poppa la traineranno in retromarcia fino alla sua sistemazione. I protagonisti di questa operazione ostentano tranquillita’, anche se sono ben consapevoli di avere tutti gli occhi del mondo puntati su di loro. “La stiamo aspettando con grande concentrazione. Abbiamo studiato a lungo le manovre e siamo pronti ad accoglierla nel modo piu’ professionale”, ha indicato Lettich secondo il quale la manovra e’ “un po’ anomala” e ricorda quella del 1997 quando dal porto di Genova parti’ il superbacino galleggiante, che ora opera in Turchia. Anche il capo degli ormeggiatori Alessandro Serra insiste nel dire che nell’operazione non c’e’ nulla di straordinario anche se qualcosa di molto diverso dalle navi normali c’e’: Concordia non ha piu’ forza motrice propria e quindi anche le manovre di ormeggio sono “al rovescio”. per questo i cavi saranno tirati da terra con mezzi meccanici. “Rovesciando i fattori il prodotto non cambia. Mettiamo antiche competenze marinare al servizio di manovre moderne”, sottolinea Serra. E mentre Lettich dice di avere studiato la manovra nei minimi particolari con tutti gli addetti coinvolti il pensiero torna indietro al 7 luglio 2005 quando fu proprio lui a guidare la nave da crociera della Costa nuova di zecca fuori dal porto di Genova subito dopo il varo. “Uno strano destino mi e’ toccato”, e’ l’unico commento che gli sfugge.

A GENOVA VERRA’ “SMANTELLATA” UNA CITTA’ GALLEGGIANTE – Prima di essere tagliata a fette per linee orizzontali, per recuperare le 50 mila tonnellate di acciaio che la compongono, la Costa Concordia sara’ completamente svuotata. Un lavoro che durera’ almeno cinque mesi, necessari per smantellare e sbarcare dai 17 ponti e dalle 1500 cabine del gigante del mare tutti gli oggetti, arredi, servizi, impianti che hanno fatto vivere una “citta'” di cinquemila abitanti. Decine di squadre di operai e tecnici saliranno a bordo per smontare e sbarcare dai piu’ piccoli pezzi – rubinetti, gabinetti – ai piu’ grandi oggetti d’arredo, dagli schermi ai palchi, alle piscine. Molto lavoro sara’ necessario per smantellare le sale del centro benessere piu’ grande mai costruito su una nave da crociera – 2000 metri quadrati su due piani con piscina al centro protetta da una copertura mobile di cristallo – e il simulatore di Formula 1 usato dai piloti (riproduce una vera e propria auto da corsa). Intere giornate per smontare e sbarcare centinaia di letti, materassi, lavabi, specchi, tavoli, poltrone, divani, frigoriferi, porte e finestre. Molti pezzi della Concordia sono caduti in mare e sono stati recuperati e smaltiti, altri sono stati smontati da chi ha lavorato due anni e mezzo al Giglio per metterla in condizione di portarla via. Ma molti sono ancora a bordo. Sulla banchina della diga foranea del porto di Pra’-Voltri dove la Concordia restera’ attraccata per la prima fase dei lavori, saranno accumulati anche i resti della imponente collezione di arte contemporanea della nave. Fu curata da Nicola Salvatore, docente dell’Accademia di Brera di Milano, e allestita secondo un percorso artistico sviluppato sui temi ispiratori della nave: l’Europa, la pace e il dialogo fra le genti. Concordia era infatti anche un museo viaggiante con seimila opere, tra arte contemporanea e pezzi di antiquariato. Ci sono opere di Omar Galliani, di Javier Garcera’, di Aldo Spoldi, di Fernando De Filippi, gia’ direttore dell’Accademia di Brera e tra gli esponenti di punta della figurazione italiana nel secondo dopoguerra. Saranno smontati anche l’area sportiva che occupava due ponti, tra cui una pista per il footing, 13 bar, 5 ristoranti, il salone di bellezza, il cinema, il teatro, la biblioteca, la sala giochi, la discoteca, la immensa lavanderia e i 14 ascensori. Tra cinque mesi, ha detto il presidente dell’Autorita’ Portuale di Genova, Luigi Merlo, la Concordia sara’ alleggerita di 18.000 tonnellate. Comprese condotte del condizionamento, tubi in plastica e impianti elettrici (3200 chilometri di cavi), pavimenti e sottofondi, impianti delle cucine, delle riposterie, delle stazioni di condizionamento. Tocchera’ infine alle tovaglie, tante da apparecchiare una tavola lunga 27 chilometri, lenzuola e federe che riempirebbero nove campi di calcio, alle centrali che fornivano 64 megawatt di energia (sufficiente per una citta’ di 50 mila abitanti), ai rivestimenti in teak che potrebbero coprire due campi di calcio.

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