L’Iran riscrive una nuova pagina di storia climatica: sfondati i +53°C a Gotvand, stabilito il nuovo massimo mondiale 2014

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Le temperature elevatissime raggiunte nei giorni scorsi sull’Iran meridionale

Come avevamo preventivata nei giorni scorsi, il caldo si è fatto davvero “feroce” in varie località e città del Medio Oriente, dove il termometro ha varcato la fatidica soglia dei +50°C all’ombra, con diversi picchi fino a +51°C +52°C raggiunti nel sud dell’Iran. Proprio sul territorio iraniano sono state raggiunte, nei giorni scorsi, le temperature più elevate registrate sul continente asiatico dall’inizio del 2013. L’Iran è riuscito addirittura a superare le temperature estreme, over +50°C, che solitamente, fra Maggio e i primi giorni di Giugno, si raggiungono nel Pakistan meridionale, nella regione del Belucistan. Tra le temperature più elevate, su tutti, spiccano gli incredibili +53.0°C di Gotvand, che rappresentano niente meno che la temperatura più elevata ed estrema raggiunta al di fuori della nota “Death Valley” (la famosa depressione nel cuore del deserto della California orientale), tuttora la detentrice del record mondiale di caldo, con i suoi imbattuti +53.9°Coltre alla temperatura massima più elevata mai raggiunta sulla Terra dall’inizio del 2014.Ma non è finita qui. Perché oltre al nuovo record assoluto di caldo mondiale del 2014, con i +53.0°C netti di Gotvand, sempre nella giornata di ieri è stato sfiorato il record della minima più alta, con +40.6°C segnati a Hoeyniyeh, che sfiora anche quello della temperatura media giornaliera più alta mai archiviata sulla Terra, con una media stimata sui +45.5°C.

Omidieh sfiora il record mondiale di umidità più bassa con appena l’1% (anche se per convenzione internazionale il limite minimo strumentale è di soli 3 %, per tenere presente di eventuali errori strumentali), e quello della differenza fra temperatura puntuale e dew point, con ben 73°C di differenza. Insomma, parliamo di ben cinque record mondiali sfiorati in un solo giorno. Ma gli impressionanti +53.0°C di Gotvand passeranno alla storia anche come nuovo record mondiale di caldo per un luogo abitato. Eguagliato, quindi, dopo i +53.0°C di Turbat, in Pakistan, del Luglio 2002, dei +53.0°C di Sibi (Pakistan) nel Maggio 2010, e dei +53.0°C di Delhoran nel Luglio 2011 e ieri. Letteralmente detronizzata la “Death Valley”, che cosi rischia di perdere il primato mondiale di caldo, almeno per il 2014. Fino ad oggi non è riuscita ad andare sopra i +52.2°C dei giorni scorsi. Oltre ai sorprendenti +53°C di Gotvand, nella giornata di giovedì 17 Luglio 2014 il muro dei +50°C all’ombra era stato superato in almeno altre tre località dell’Iran meridionale, trasformatesi per l’occasione in veri e propri “forni” a cielo aperto. Fra gli over +50°C iraniani segnaliamo i +52.1°C di Omidieh, i +51.0°C di Safi-Abad Dezful e i +50.6°C di Ahwaz.Ma la soglia limite dei +50°C all’ombra è stata superata anche in diverse vallate e canyon dell’Iran meridionale, dove il caldo si è fatto davvero infernale, grazie anche alla presenza nei bassi strati di masse d’aria molto secche, ben compresse verso il basso dalle notevoli “Subsidenze atmosferiche” prodotte dal potente anticiclone sub-tropicale in quota, legato alla “Cella di Hadley”, che in questo periodo dell’anno domina fra l’entroterra desertico della penisola Arabica, l’area del golfo Persico, l’Iraq e l’Iran.

In questi giorni l’Iran ha detenuto le temperature più alte registrate sulla Terra, sottraendo temporaneamente lo scettro alla bollente e inospitale “Death Valley”, come area più calda del pianeta. In realtà le regioni meridionali e occidentali dell’Iran, fra Belucistan, Makran, Larestan e Fars, inclusa l’area attorno la città di Abadan, vicino al confine iracheno, non sono nuove a potenti ondate di calore in questo periodo dell’anno. Difatti, proprio fra la fine di Giugno e Luglio, l’immensa onda di calore semi-permanente che stagna sopra l’area indo-pakistana (isoterme sui +30°C +32°C a 850 hpa) comincia a spostarsi e traslare verso ovest non appena, da sud, il flusso dell’umido “Monsone di SO” si spinge fino agli stati nord dell’India occidentale e del Pakistan meridionale. La salita, verso latitudini più settentrionali, dei più umidi e temperati venti marittimi monsonici, fin sulle aride regioni dell’India occidentale del Pakistan meridionali, con sconfinamenti fino all’area desertica del Rajasthan, in sostanza contribuisce a spingere e a far arretrare verso est, in direzione dell’Iran meridionale e dell’Iraq, la vasta bolla di aria molto calda e secca, insistente durante il periodo primaverile sull’area indo-pakistana.

In tale contesto il caldo si è fatto davvero infernale, grazie anche alla presenza nei bassi strati di masse d’aria molto secche, ben compresse verso il basso dalle notevoli “Subsidenze atmosferiche” prodotte dal potente anticiclone sub-tropicale in quota, legato alla “Cella di Hadley”, che in questo periodo dell’anno domina fra l’entroterra desertico della penisola Arabica, l’area del golfo Persico, l’Iraq e l’Iran. Non è un caso se sovente il muro dei +50°C all’ombra in Iraq, come sul Kuwait, in Arabia Saudita, nel sud Iran e negli altri paesi che si affacciano sulle coste occidentali del golfo Persico, si abbatte proprio in questo periodo dell’anno, nel cuore dell’estate boreale, durante il predominio dell’anticiclone sub-tropicale permanente, legato alla circolazione della “Cella di Hadley”, che sposta il proprio baricentro dalla penisola Arabica verso l’area del Medio Oriente e le vaste distese steppiche dell‘Asia centrale. In concomitanza con la risalita verso nord, tra i 25° N e i 35° N, dell’estesa cintura anticiclonica sub-tropicale, annessa alla “Cella di Hadley”, anche il ramo principale della “corrente a getto sub-tropicale” è costretto a transitare a latitudini ancora più elevate, tra l’Europa e l’Asia centro-settentrionale, con un andamento spesso molto ondulato.

L’arido paesaggio del deserto iraniano

L’assenza del passaggio del ramo della “corrente a getto sub-tropicale” favorisce una persistenza dei regimi anticiclonico dinamici in quota, con il conseguente accumulo di masse d’aria molto calde e secche, d’estrazione sub-tropicale continentale, sopra le vaste distese desertiche dell’area medio-orientale. L’aria calda e molto secca, in assenza di una ventilazione significativa nella libera troposfera, ristagna fino alla media troposfera, favorendo un contemporaneo innalzamento dei geopotenziali che tendono a lambire valori elevatissimi in quota (indice di forte stabilità atmosferica che rende i cieli sereni garantendo un soleggiamento ininterrotto). Alla quota di 850 hpa, tra l’area pakistana e i deserti del Medio Oriente, in questo periodo dell’anno si possono osservare isoterme di +32°C +33°C, nei casi più estremi sono evidenti anche termiche di +35°C +36°C. Tutto questo accumulo di calore, fino alla media atmosfera, dopo settimane e mesi di prolungato dominio anticiclonico con aria molto secca, origina un ulteriore surriscaldamento delle masse d’aria presenti nei bassi strati, indotto anche dai fenomeni di “Subsidenza atmosferica” (correnti discendenti che comprimono l‘aria nei bassi strati, scaldandola e deumidificandola ulteriormente) tipici dei regimi anticiclonici dinamici, ben strutturati nell‘alta troposfera.

Se a ciò poi aggiungiamo la continua insolazione diurna su vastissime distese desertiche, vista la totale serenità dei cieli, e la presenza di aria secchissima in prossimità del suolo, è normale poi che i deserti del Medio Oriente si trasformano in autentici forni a cielo aperto, dove diventa veramente difficile sopravvivere se non si è addestrati o abituati a simili condizioni climatiche cosi estreme. Quando la calura soffocante raggiunte picchi cosi estremi è sempre accompagnata da tassi di umidità relativa molto bassi, che possono scendere anche al di sotto della soglia minima del 5 % 4 % nelle ore centrali del giorno (il limite strumentale è del 3 %). In tali condizioni di caldo “torrido” e feroce diventa veramente difficile riuscire a svolgere qualsiasi tipo di attività umana.

Probabilmente solo le popolazioni arabe del Medio Oriente, abituate da secoli a convivere con il clima estremo del deserto, sono maggiormente predisposte a sopportare delle situazioni a dire poco estreme, apportando semplici accorgimenti. Fra questi, quello fondamentale, è di evitare l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata. Chi trasgredisce spesso può incorrere a colpi di calore che possono risultare pure mortali. Il gran caldo che ha colpito molte aree dell’Iran occidentale e meridionale tenderà ad attenuarsi nei prossimi giorni, anche se in molte località del sud si continueranno a registrare temperature massime sopra i +47°C +48°C. La cappa di calore che ha investito l’Iran tenderà a spostarsi più verso est, dispensando temperature particolarmente elevate lungo le coste affacciate sul golfo Persico e fra Kuwait e Iraq meridionale, dove localmente si potranno archiviare temperature massime prossime al muro dei +49°C +50°C all’ombra.

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