Alluvione killer in Veneto: “Italia violentata da speculazione di Stato”

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“Quello che è accaduto a Refrontolo è uno di quegli eventi metereologici estremi, che purtroppo non sarà l’ultimo, che l’Italia subisce da anni a questa parte a causa dei cambiamenti climatici associato al dissesto idrogeologico a cui è sottoposto con violenza inaudita il nostro territorio e purtroppo è triste constatare che i governi passati e quello attuale non hanno come priorità il contrasto ai cambiamenti climatici e la difesa del suolo”. Lo dichiarano i co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli e Luana Zanella che aggiungono: ” L’Italia non ha bisogno di nuove leggi , ma di far rispettare quelle che ci sono”. “Buona parte delle regioni, compresa il Veneto, e i comuni -aggiungono- hanno autorizzato edificazioni in aree protette e a rischio. il governo Renzi in pochi mesi di governo non è da meno. Infatti l’attuale governo ha commissariato le autorità di bacino, proposto la soppressione del corpo forestale e con il provvedimento Sblocca Italia annunciato la semplificazione nel rilascio delle autorizzazioni edilizie portando il tasso di ecologia a zero in questo governo. Per il governo italiano il contrasto ai cambiamenti climatici non è una priorità considerato che ritiene che il petrolio dovrà essere il futuro energetico dell’Italia”. I Verdi chiedono “subito al governo: la moratoria del cemento sulle coste e sul reticolo idrografico e la sua messa in sicurezza; l’apertura di migliaia di cantieri, da tenere fuori dal dal patto di stabilità, in tutti i comuni che vengono messi in ginocchio da piogge e alluvioni e il commissariamento immediato di tutti i comuni che continuano con pianificazioni urbanistiche ed edificatorie in aree protette”. “Il cambiamento climatico -proseguono Bonelli e Zanella- è ormai un fatto con cui il governo italiano deve confrontarsi con misure di adattamento e per la sicurezza dei cittadini. La speculazione edilizia ha violentato e portato l’Italia nel fango”. “Cattivi amministratori, in modo trasversale -continuano- con piani urbanistici ed edilizi che hanno alterato il reticolo idrografico e consentito la cementificazione sono stati stata complici di un disastro di stato che negli ultimi 60 anni è costata più di 3500 vittime e oltre 52 miliardi di euro di danni”. “Il dissesto idrogeologico è un’emergenza nazionale dimenticata dalle istituzioni: quando piove si susseguono gli allarmi e tante sono le lacrime ipocrite mentre quando rispunta il sole i buoni propositi ritornano nei cassetti fino al nubifragio successivo”, concludono Bonelli e Zanella.

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