Piu’ di 100 frane hanno colpito la Pedemontana trevigiana dall’alluvione in Veneto nel 2010. La piu’ grande, oltre 60 mila metri cubi, e’ quella che sta cadendo dalle montagne di Fadalto, al confine tra le province di Treviso e Belluno. Fenomeni naturali, come in questo caso, ma non tutti, alcuni sicuramente no. I numerosi terrazzamenti sulle colline del vino prosecco, per impiantare sempre nuovi vigneti, hanno manomesso l’ambiente, anche quello del bacino del torrente Lierza, alle spalle del Molinetto della Croda, in comune di Refrontolo, dove e’ avvenuta la tragedia del 2 agosto con quattro morti.
Gia’ negli anni ’90 e nei primi del 2000 il poeta Andrea Zanzotto, una delle voci piu’ limpide della letteratura italiana, morto nel 2011, di Pieve di Soligo, denunciava l’abuso del paesaggio. Aveva iniziato a farlo, per la verita’, ancora negli anni ’80, scrivendo contro la disseminazione di capannoni industriali nelle campagne del suo ”Quartier del Piave”, per poi scagliarsi contro l’invasiva occupazione del prosecco. Capannoni – la maggior parte di lavorazione del legno e specificatamente del mobile – che sono il simbolo del controverso boom industriale di questo profondo Nordest, gia’ locomotiva d’Italia, e dei quali il governatore regionale Luca Zaia auspica oggi l’abbattimento per ricucire le ferite lamentate da Zanzotto. Esaurita la fase di crescita della produzione mobiliera, trainante dell’economia locale, e’ esplosa la viticoltura, con l’improvvisa espansione della coltivazione del prosecco, che occupa ogni piu’ piccolo ritaglio collinare; circa 70 milioni di bottiglie l’anno, con un sorprendente +9,5% come incremento medio negli ultimi otto anni. Un successo che ha evitato le derive della crisi produttiva, ma che ha segnato pesanti ripercussioni nell’ambiente, ad esempio con l’uso dei pesticidi, denunciati nel loro uso smodato perfino dalla Chiesa e in particolare dal cardinale Beniamino Stella, uno dei piu’ stretti collaboratori del papa, che e’ originario di Pieve di Soligo. Le bombe d’acqua, sempre piu’ frequenti con i temporali improvvisi, localizzati in piccole aree e con precipitazioni importanti e violente, provocano danni maggiori proprio in considerazione della vulnerabilita’ del territorio.