Boom di uragani nell’oceano Pacifico: massima allerta alle Hawaii, rischio “flash floods”

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Le acque del Pacifico centro-orientale continuano ad essere infestate da varie tempeste tropicali e uragani che tendono ad evolvere verso ovest, muovendosi in pieno oceano, sopra un ampio tratto di acque superficiali particolarmente calde. Molto probabilmente, il sensibilmente riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico centro-orientale, prodotto dall’incubazione del fenomeno di “El Nino”, sta avendo un ruolo di primo piano in questa inconsueta intensificazione dell’attività delle tempeste e dei cicloni tropicali sul Pacifico orientale. Ma quanto registrato in questi ultimi giorni, con ben quattro tempeste all’attivo in un solo giorno, va ben oltre ogni tipo di previsione. Fra tutte queste tempeste, quella che al momento desta maggiore preoccupazione, è l’uragano “Iselle”.

“Iselle” durante la sua evoluzione in uragano di 4^ categoria sulla scala Saffir-Simpson in mezzo al Pacifico orientale

Un ciclone tropicale molto potente, che lo scorso lunedì 4 Agosto 2014, transitando sopra un vasto tratto di acque superficiali molto calde e particolarmente profonde, ad ovest dei 130° di longitudine ovest, si è notevolmente intensificato, fino a trasformarsi in un pericoloso uragano di 4^ categoria della scala Saffir-Simpson, caratterizzato da una pressione centrale scesa fino ad un picco di 947 hpa e da un “gradiente barico orizzontale” particolarmente ristretto ed esplosivo, che ha favorito l’attivazione di potentissimi venti ciclonici, con una velocità media sostenuta fino a 225 km/h. I fortissimi “venti di sbarramento” e la formidabile forza centrifuga sprigionata da “Iselle” hanno anche agevolato la formazione di uno spettacolare occhio centrale completamente libero dalle nubi. Fortunatamente questo mostro, di 4^ categoria Saffir-Simpson, capace di sfornare imponenti ondate di “mare vivo” alte più di 9 metri all’interno dell’area perturbata, ha scaricato tutta la sua potenza in pieno oceano, lontano da terre emerse o arcipelaghi abitati. Il grosso delle tempeste di vento si è scatenato nell’area compresa fra i 15° – 16° di latitudine nord, e i 136° – 138° di longitudine ovest, in mezzo al Pacifico centro-orientale, dove i violenti “venti di sbarramento” facenti capo ad “Iselle”, hanno toccato i 220-225 km/h, ma con raffiche fino a 240-250 km/h. Ora però “Iselle”, continuando a muoversi verso ovest-nord/ovest, lasciata la vasta piscina di acque calde presente sul Pacifico orientale, sta cominciando a transitare sopra acque sempre meno calde, e con una minore quantità di calore latente, che ne stanno determinando un vigoroso indebolimento.

Malgrado il suo progressivo indebolimento “Iselle” inizia a preoccupare non poco i meteorologi statunitensi, visto il suo maggior avvicinamento alle Hawaii. Proseguendo con questo tipo di traiettoria l’uragano, entro il pomeriggio di venerdì 8 Agosto, rischia di avvicinarsi, se non addirittura impattare, sulle isole più meridionali delle Hawaii, apportando forti rovesci di pioggia e temporali, con conseguenti “flash floods”, accompagnati da una sensibile intensificazione della ventilazione dal quadrante nord-orientale. La nota positiva riguarda il fatto che “Iselle”, una volta giunta attorno alle isole più meridionali del rinomato arcipelago pacifico scorrerà su acque superficiali un po’ più fredde, con valori sui +27°C, che ne determineranno il rapido declassamento a tempesta tropicale. Inoltre il “Wind Shear”, che comincia ad essere moderato sopra l’arcipelago, contribuirà ad indebolire ulteriormente il nucleo centrale di “Iselle”, dove rimane attiva una convenzione moderata che darà origine a forti temporali ed intensi rovesci di pioggia, ben localizzati attorno il centro della tempesta, con nubi torreggianti ben visibili dalle spiagge hawaiane.

L’azione del “Wind Shear” moderato e l’iniezione di aria secca in quota probabilmente causerà un indebolimento prima “landfall” nell’isola di Hawaii, con un conseguente sensibile indebolimento dei venti ciclonici, la cui forza non supererà quella della burrasca, con raffiche ad oltre i 60-70 km/h fra Hawaii e Maui. Nonostante questo massiccio indebolimento i resti di “Iselle”, con una circolazione ciclonica ancora attiva nella media troposfera per via della forza centrifuga immagazzinata dalla stessa circolazione ciclonica, nel corso della giornata di venerdì 8 Agosto potranno apportare dei rovesci di pioggia e persino dei temporali fra l’isola di Hawaii e Maui, con il rischio concreto di improvvisi allagamenti lungo le aree costiere, caratterizzate da un orografia piuttosto aspra. Le coste orientali di Hawaii e Maui sono quelle che rischiano maggiormente, per via dell’esposizione agli intensi venti orientali che scorreranno lungo il bordo settentrionale della depressione tropicale. Sulle altre isole, a parte una intensificazione dei venti da N-NE, NE e E-NE e del moto ondoso ad essi associato, non si dovrebbero avere grosse ripercussioni.

Già dalla serata di venerdì i resti di “Iselle” si allontaneranno verso il Pacifico centrale, andandosi gradualmente a dissipare in mezzo all’oceano, sopra acque particolarmente profonde e particolarmente esposte al flusso dell’Aliseo di NE. Dopo “Iselle”, un’altra tempesta rischia di transitare vicino le Hawaii entro l’inizio della prossima settimana, anche se non con la stessa intensità, visto che questo sistema dovrebbe diradarsi ancor prima di raggiungere le isole pacifiche. Le tempeste tropicali non sono piuttosto frequenti nelle Hawaii. In media, ogni anno, sul Pacifico centrale si osserva il passaggio di tre o cinque tempeste tropicali o cicloni. Ma la maggior parte dei cicloni tropicali rimangono attivi in mezzo all’oceano, transitando lontano dalle isole. Per capire quanto sono rare le tempeste e i cicloni tropicali nelle Hawaii occorre ricordare che in ben 34 anni di rilevazioni solo otto tempeste sono transitate sopra le Hawaii, mietendo innumerevoli danni e vittime, per una media di una tempesta ogni quattro anni. Fra i cicloni tropicali più distruttivi ricordiamo il ciclone “Dot” nel 1959, “Iwa” nel 1982 e “Iniki” nel 1992.

Fra questi “Iwa”, nel 1982, è risultato uno dei ciclone tropicale più dannosi per le Hawaii. Anche se ha raggiunto l’arcipelago mantenendo lo status di uragano di 1^ categoria sulla scala Saffir-Simpson “Iwa” è transitato con il proprio profondissimo minimo barico poco ad ovest di Kauai, dipanando fortissimi venti tempestosi (le tempeste più violente si celano sempre attorno l’occhio nei cicloni tropicali) che hanno cagionato danni per oltre 250 milioni di dollari, un morto e diversi feriti. Durante il passaggio di “Iwa” sono stati registrati danni, soprattutto per il vento sopra la soglia della tropical storm, su quasi tutte le isole. Ma “Iwa” rimane secondo solo ad “Iniki”, che nel Settembre del 1992 devastò l’intero arcipelago uccidendo sei persone e provocando 2 miliardi di dollari i danni. L’uragano “Iniki” ha colpito l’isola di Kauai come ciclone potente di 4^ categoria Saffir-Simpson, l’11 Settembre del 1992, con venti ciclonici violentissimi che distrussero case ed edifici. Nelle aree costiere non mancarono le inondazioni prodotte dalle potenti mareggiate che colpirono le isole, con ondate veramente distruttive, alte svariati metri, e uno “Storm Surge” che causo l’allagamento di interi centri costieri.

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