Lo stato della California, proprio in questi mesi, sta affrontando una delle fasi siccitose più difficili della sua storia. Erano decenni che non si registrava una siccità così grave, e con effetti diretti su un territorio, ormai da mesi assetato. La cronica assenza di precipitazioni dello scorso inverno ha aggravato ulteriormente la situazione, acuendo una fase di clima secco che ormai si protrae da oltre un anno. Ma la vera causa di questa gravissima siccità, che sta mettendo a dura prova l’agricoltura di uno degli stati più ricchi degli USA, è da ricercare principalmente nelle scarsissime nevicate avvenute lo scorso inverno sui rilievi della Sierra Nevada. Per molti mesi i principali rilievi californiani sono rimasti completamente spogli di neve. E in California gli inverni con scarse precipitazioni si pagano a caro prezzo. L’assenza di neve, fino alle alte quote, ha seriamente compromesso gli approvvigionamenti idrici dell’intero stato, lasciando a secco diversi bacini.
C’è chi guarda al prossimo evento di “Nino” per la fine di questa gravissima siccità in California. Lo maturazione del fenomeno atmosferico sul Pacifico orientale potrebbe dare un impulso rilevante per l’avvento di precipitazioni significative, se non addirittura torrenziali nel caso di una riedizioni di un “Nino strong” (finora poco probabile). Il sensibile riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico orientale tropicale, nel tratto antistante le Hawaii e le coste messicane, potrebbe stimolare l’arrivo dei cosiddetti “Pineapple Express”oceano, cagionando forti precipitazioni e spesso pure degli eventi alluvionali, con inondazioni, smottamenti e frane. In genere i “Pineapple Express” possono portare diversi giorni di tempo instabile e fortemente perturbato sugli stati della West Coast, dalla British Columbia alla California, creando le situazioni adatte per drammatiche inondazioni e alluvioni, visto anche il notevole “forcing” orografico esercitato dagli imponenti rilievi della Catena Costiera alle masse d’aria molto umide, da SO, che provengono dalle latitudini sub-tropicali e tropicali del Pacifico orientale.
Lo sviluppo del fenomeno di “El Nino”, lungo il Pacifico, agevola la formazione di vasti flussi di aria molto umida che dalle Hawaii si estendono ulteriormente verso nord-est, favorendo un indebolimento del robusto anticiclone di blocco del Pacifico nord-orientale, che si sposta verso ovest. In mezzo al Pacifico centro-orientale il ramo principale del “getto polare” si divide in due, formando un “delta” che erode progressivamente il margine più meridionale dell’anticiclone di blocco. La rottura del promontorio anticiclonico di blocco permetterà al flusso di aria molto umida, proveniente dalle latitudini tropicali, di spostarsi verso il Pacifico nord-orientale, a largo delle coste occidentali degli USA. Le masse d’aria calde e umide si scontreranno con l’aria più fredda che dall’Alaska scivola verso sud, scorrendo lungo il margine orientale dell’anticiclone di blocco, pronto ad essere eroso. Lungo la linea di confluenza, fra le correnti fredde settentrionali, d’estrazione sub-polare, in discesa dal golfo dell’Alaska, e quelle molto più umide e calde che salgono direttamente dalla fascia tropicale del Pacifico centrale, si sviluppa una profonda circolazione depressionaria extratropicale (avvezione di vorticità positiva) a largo della West Coast nord americana, pronta a pilotare verso le coste della British Columbia, stato di Washington, Oregon e California, intensi corpi nuvolosi carichi di precipitazioni, in un letto di umide correnti da SO e O-SO (pre-frontale) che possono dare luogo a persistenti eventi piovosi, spesso esaltati dallo “stau” esercitato dai rilievi della Catena Costiera, dai monti della California e dal versante occidentale delle Montagne Rocciose (dove in quota cadono abbondanti nevicate, con accumuli anche superiori ai 3-4 metri di neve fresca), la cui acclività costringe l’aria temperata e molto umida oceanica a salire bruscamente verso l’alto, favorendo la sua rapida condensazione, con la conseguente formazione di estesi annuvolamenti e precipitazioni.