Concordia: Legambiente, “nuova sfida è il ripristino ambientale dei fondali”

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concordia01Sulla vicenda del naufragio della Costa Concordia “ora inizia l’altra grande sfida: il completo ripristino ambientale dei fondali. Un’operazione unica ed innovativa necessaria per il mare del Giglio e per i gigliesi”. E’ la Legambiente a sollecitare un ulteriore step per rimediare ai danni dell’incidente che il 13 gennaio del 2012 ha provocato 32 morti, più il decesso di un sommozzatore mentre era intento a collaborare nei lavori di rimozione del relitto. Legambiente, inoltre, dalla sua Festa Nazionale rilancia la proposta di istituire subito l’area marina protetta dell’Arcipelago Toscano prevista da 32 anni, “un ritardo vero e proprio scandalo ambientale italiano”. “Tutto dovrà tornare come era prima del naufragio. Liberare i fondali, ripulire tutto, ripristinare tutto: ci sono piattaforme metalliche da 1.000 tonnellate infisse nel fondale di granito, 1.400 sacchi contenenti 13 mila metri cubi di malta cementizia. Ora inizia l’altra grande sfida per il completo ripristino ambientale dei fondali” è l’appello lanciato da Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente, nella giornata conclusiva di Festambiente, festival nazionale di Legambiente che si svolge a Grosseto. genova concordia 5Per Ciafani è infattti “inconcepibile che un disastro possa diventare un monumento da osservare e di fatto buttare al mare il principio ‘chi inquina paga’. Ringraziamo il Ministero dell’Ambiente, la Protezione Civile, la Regione Toscana, l’Osservatorio, Comune, Provincia, Parco Nazionale dell’Arcipelago e tutti coloro che hanno collaborato alla perfetta riuscita del rigalleggiamento del relitto della Costa Concordia e il suo trasporto a Genova, un’operazione ingegneristica unica che ha ridato all’Italia dignità, decoro, sicurezza agli occhi di tutto il mondo”. “Ora -incalza l’esponente di Legambiente- la stessa attenzione, la stessa scrupolosità, la stessa professionalità, grande competenza scientifica e tecnologica siano messe in campo per un’operazione altrettanto unica e innovativa per il ripristino ambientale dei fondali del Giglio”. “Quello che è stato cancellato dall”inchino’ della Costa Concordia -afferma ancora Ciafani- era un’ambiente integro che ospitava una prateria di posidonia, una popolazione di pinna nobilis, il più grande bivalve del Mediterraneo, coralligeno ed una ricca fauna ittica a pochi metri da Giglio Porto”. “Attendiamo in tempi brevi -sollecita Ciafani- la presentazione da parte di Costa Crociere del piano di ripristino vero e proprio per rimuovere con un intervento ambientale di altissimo livello tecnico e scientifico tutti i possibili residui di cantiere e di lavorazione presenti sul fondo del mare, dalle undici torri del cantiere a gli oltre 1.300 sacchi di malta cementizia serviti, dopo il raddrizzamento dello scorso settembre, a creare quel ‘materasso’ su cui è stata adagiata la chiglia e la pancia della nave. Un cantiere in progress, visitabile dai diving centers, anche come occasione turistica, per capire come sia possibile ricostruire un ambiente di eccezionale qualità”. “Tutto questo -conclude il vicepresidente nazionale di Legambiente- è assolutamente necessario per il mare del Giglio e per i gigliesi, affinché il ricordo indelebile di questa sciagura abbia meno ripercussioni possibili sul futuro dell’isola”.

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