La misteriosa ‘impennata’ nei venti alisei attraverso l’Oceano Pacifico – una delle cause del recente rallentamento nel trend del riscaldamento globale – e’ il risultato dell’aumento di temperature nell’Oceano Atlantico. Una ricerca australiana, pubblicata su Nature Climate Change, svela l’enigma del perche’ gli alisei, i ‘trade winds’ del tradizionale commercio marittimo, dalla fine degli anni 1990 si sono rafforzati del 50%, raggiungendo i livelli piu’ alti mai registrati. Nella ricerca guidata dal climatologo Shayne McGregor dell’University of New South Wales, una squadra di scienziati internazionali, con l’uso di modelli climatici sperimentali e di dati di osservazione, ha scoperto che l’origine del fenomeno sta nel riscaldamento dell’Oceano Atlantico, che a sua volta e’ dovuto almeno in parte al cambiamento climatico. La ricerca “mostra come cambiamenti nel clima in una parte del mondo possono avere impatti estesi attorno al globo”, scrive McGregor. Una ricerca precedente aveva individuato nei venti piu’ forti una delle cause della pausa negli aumenti di temperatura negli ultimi 15 anni, nonostante le grandi quantita’ di gas serra pompati nell’atmosfera dall’attivita’ umana. La ricerca aveva concluso che i venti piu’ forti alterano i modelli di circolazione nelle acque, spingendo il calore sempre piu’ in fondo nell’Oceano Pacifico. Non aveva pero’ identificato la ragione per cui gli alisei erano tanto aumentati di intensita’. Secondo McGregor l’Atlantico, riscaldandosi, ha creato un movimento di sacche d’aria verso l’alto a causa della minore pressione sulla superficie oceanica e della piu’ alta pressione nell’alta atmosfera. Queste sacche d’aria sono state spinte attraverso il pianeta da venti che soffiano nell’alta atmosfera, discendendo infine sul Pacifico orientale, creando una piu’ alta pressione di superficie. Questa ha rafforzato gli alisei, perche’ i venti soffiano dalle aree di alta pressione verso quelle di bassa pressione.