Maltempo, la pazza estate diventa killer: disastro in Veneto, adesso solo lacrime di coccodrillo

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Era la notizia peggiore da poter dare: la pazza estate è diventata killer con l’alluvione che nella notte ha colpito il piccolo paesino veneto di Refrontolo, situato a 215 metri di altitudine sul livello del mare sulle colline della provincia di Treviso, tra Conegliano e Vittorio Veneto, a monte del bacino del fiume Piave. Un piccolo torrente che va a finire proprio nel Piave, il Lierza, è straripato a seguito di una bomba d’acqua che ha trascinato a valle decine di auto e tante persone che partecipavano alla festa del paese.

Quattro i morti, più di venti i feriti di cui alcuni ancora in gravi condizioni. I soccorritori hanno lavorato duramente per tutta la notte: impegnati nell’intervento 40 vigili del fuoco con il nucleo sommozzatori di Vicenza, squadre Saf (speleo, alpino, fluviali) e cinofili provenienti anche dai comandi limitrofi.

Dopotutto un simile dramma era “nell’aria” da tempo: di tragedie simili se ne sono davvero sfiorate tante nelle scorse settimane, e ne abbiamo parlato più volte. E’ un’estate pazza, dominata dal maltempo e dai fenomeni estremi. Anche oggi, domenica 3 agosto, imperversa il maltempo su tutto il centro/nord: piove e fa fresco da Milano a Roma, da Genova a Pisa, da Bergamo a Novara.

I meteorologi hanno chiaramente annunciato tutto questo maltempo così estremo in tempi non sospetti. Adesso è inutile che il governatore del Veneto, Luca Zaia, versi lacrime di coccodrillo e chieda lo stato di calamità. Ormai i morti ci sono stati. Non è certo colpa sua, ma il suo errore è quello dell’approccio culturale: è stato tra i promotori delle azioni legali contro i meteorologi che facevano “terrorismo“, ha sostenuto gli operatori turistici che, dal Veneto all’Emilia Romagna, hanno accusato chi fa le previsioni del tempo di “compromettere il turismo“. Le previsioni meteo considerate “catastrofiche”, sono poi sempre state reali: il maltempo c’è stato in ogni settimana di questa stagione, ha fatto gravi danni e adesso purtroppo anche dei morti.

Altro che azioni legali: dovrebbero essere i meteorologi ad appellarsi a quegli enti e quegli albergatori che non solo li hanno calunniati, ma hanno anche – in modo assolutamente incosciente e irresponsabile – ingannato turisti e cittadini, parlando di sole e bel tempo quando in realtà le previsioni più nere erano assolutamente veritiere, non solo per l’alluvione di stanotte ma anche per le piogge torrenziali, le grandinate e i tornado che hanno devastato spiagge e litorali in molte zone d’Italia, dalla Liguria alla Toscana, dalla Puglia alle Marche, dal Veneto all’Emilia Romagna, così come anche nelle zone interne di Umbria, Lombardia e altre Regioni. La meteorologia è una scienza, e dovrebbe avere molta più considerazione: potrebbe aiutare ad evitare simili disastri. Basterebbe attivare un sistema di allertamento in tempo reale, che dia indicazioni live sulle zone più colpite dai fenomeni estremi: Refrontolo, ad esempio, non è una grande città. Si poteva evacuare in tempo utile ad evitare il peggio. Ma in Italia funziona tutto al contrario: quella che è una risorsa (la meteorologia) da utilizzare per salvaguardare la sicurezza pubblica dei cittadini, viene quotidianamente accusata e tacciata di fare “terrorismo” da quelle stesse istituzioni piegate alle lobby del turismo. Questo è il risultato: nel 2014, in Italia, si muore nel fango.

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