Medicina: per i malati di Parkinson la depressione è due volte più frequente

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Parkinson01Depressione e ansia sono due volte piu’ frequenti nelle persone malate di Parkinson rispetto alla popolazione generale, in particolare se la diagnosi della malattia e’ recente. Inoltre sono spesso sottovalutate e non trattate. Una ricerca della University of Pennsylvania School of Medicine conferma uno stretto legame tra le due patologie, come potrebbe essersi trattato anche nel caso dell’attore Robin Williams, suicidatosi a causa di una grave depressione in coincidenza con le prime fasi della malattia. La ricerca, pubblicata sulla rivista Neurology, e’ stata condotta su 423 pazienti con Parkinson di nuova diagnosi, seguiti nell’arco di due anni. In una fase preliminare, il 14% di loro risultava depresso rispetto al 6,6% di un gruppo di volontari sani. Durante il follow-up, e’ stato notato un aumento della frequenza e della gravita’ della depressione nel gruppo con Parkinson, tanto che, mentre all’inizio dello studio, il 16% prendeva un anti-depressivo, due anni dopo il numero saliva al 25%. Ma fino al 72% dei positivi allo screening per la depressione non veniva trattato con farmaci. Sintomo, secondo Daniel Weintraub, professore associato di psichiatria e neurologia presso l’Universita’ della Pennsylvania, di una carenza di diagnosi. “Ci sono – spiega – ragioni psicologiche per cui le persone con Parkinson possono andare incontro alla depressione, ma i loro percorsi cerebrali sono anche colpiti dalla malattia e questi sono strettamente associati con l’umore”. Uno studio del Northwestern Medicine investigators sui dati di 7000 pazienti contenuti nel database del National Parkinson’s Foundation, inoltre, conferma che la depressione puo’ essere un sintomo del Parkinson, evidente gia’ dieci anni prima dello sviluppo della malattia. “Le persone riconoscono i problemi di tremore e di movimento – commenta Danny Bega il curatore dello studio recentemente pubblicato sul Journal of Parkinson’s disease- ma la malattia in realta’ inizia nel cervello”.

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