Senso di solitudine e perdita di appetito, sintomi della depressione, possono contribuire allo sviluppo dell’Alzheimer. Curare la depressione, quindi, puo’ essere un “toccasana” anche per evitare di andare incontro a un deterioramento delle capacita’ cognitive. E’ quanto emerge da una ricerca della Rush University, negli Usa, pubblicata sulla rivista Neurology. Secondo gli studiosi questi sintomi sono associati a problemi di memoria che portano a una diagnosi di deterioramento cognitivo lieve, una sorta di “anticamera” dell’Alzheimer, o a una demenza vera e propria. Per arrivare a questa conclusione sono state analizzate per circa otto anni 1784 persone in eta’ avanzata. Durante dei controlli periodici e’ stato indagato il loro stato di salute mentale, con dei questionari specifici nei quali veniva chiesto se si sentissero soli o se talvolta avessero notato di non avere fame. Durante il periodo di osservazione 922 persone hanno sviluppato un deterioramento cognitivo lieve mentre 315 hanno sviluppato demenza vera e propria. Sia nel primo che nel secondo caso queste patologie risultavano correlate alla presenza di sintomi depressivi prima della diagnosi, che non hanno subito variazioni nel prosieguo. “Questi risultati sono molto importanti perche’ suggeriscono che davvero la depressione e’ un fattore di rischio per lo sviluppo di demenza, distinto dalle cause biologiche che possono provocarla” spiega il dottor Robert Wilson, che ha svolto la ricerca. “Prevenire o trattare la depressione e i problemi legati allo stress- conclude- puo’ servire anche a mantenere inalterate le capacita’ di pensiero e memoria anche mano a mano che passano gli anni”.