Si chiama ‘Alpps’ ed e’ la nuova tecnica per asportare i tumori del fegato che richiederebbero il sacrificio della maggior parte dell’organo mettendo a rischio la funzionalita’ epatica e dunque la vita del paziente. L’innovativa chirurgia, che sbarca all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, consiste in due interventi distinti, a pochi giorni l’uno dall’altro. Nel primo la parte interessata dal tumore viene separata da quella sana ma non asportata dall’addome. Contemporaneamente le viene tolto il nutrimento proveniente dalla vena porta, grosso vaso che ha il compito di convogliare al fegato il sangue proveniente dalla digestione intestinale e dalla milza, ma non l’afflusso di sangue arterioso ne’ il drenaggio venoso per evitare la necrosi. In questo modo la parte di fegato malata contribuisce a garantire una funzionalita’ epatica sufficiente, dando il tempo alla parte sana di crescere. Cosi’ facendo, spiegano gli esperti, e’ possibile ottenere un fegato sano e sufficientemente grande da garantire la funzionalita’ epatica in 9 giorni, senza dare al tumore la possibilita’ di estendersi ulteriormente. “Siamo riusciti ad introdurre nel nostro centro questa pratica in poco tempo – spiega il direttore del Dipartimento chirurgico Michele Colledan -. Sul piano tecnico e’ sostanzialmente identica alla divisione del fegato (split) che applichiamo regolarmente per trapiantare due pazienti con l’organo di un unico donatore e per cui siamo tra i centri piu’ attivi nel mondo”.