I siti 1 e 2 devastati dai flussi detritici, che si sono innescati ed evoluti in piccoli bacini a monte della stretta fascia costiera, non sono classificati a pericolosità idraulica. Il consistente volume di acqua precipitato sulla superficie del suolo il giorno 6 mattina, dopo alcuni giorni di piogge significative, ha ingenerato un diffuso ruscellamento con concentrazione negli alvei dove si sono innescati i flussi detritici che si sono accresciuti scorrendo verso valle fino ad invadere rovinosamente la stretta pianura costiera. I flussi detritici si sono innescati in seguito alle copiose precipitazioni rilasciate da cumulonembi nei due bacini di limitate dimensioni nei quali non sono state eseguite urbanizzazioni e impermeabilizzazioni della superficie del suolo. Il fenomeno, pertanto, è da attribuire all’evento piovoso. Il disastro si è verificato nella stretta pianura costiera dove sono stati realizzati edifici, gli alvei sono stati trasformati in alvei strada e sono state costruite la strada costiera e la linea ferroviaria senza adeguate protezioni e una idonea canalizzazione dei flussi provenienti da monte. La colpa degli uomini consiste nell’avere occupato in maniera non adeguata e spensierata con manufatti vari anche le aree di pertinenza degli alvei torrentizi in occasione di eventi piovosi tipo nubifragio.
Alluvione Gargano: l’analisi delle colate detritiche che hanno devastato Rodi Garganico
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