”Abbiamo messo in piedi una macchina moderna capace di favorire il raccordo tra le diverse strutture della Protezione Civile, ma siamo stati in grado di occuparci di quell’attore fondamentale che e’ il volontariato. Ad esso bisogna offrire formazione, organizzazione e attrezzature adeguate. Oggi abbiamo visto sul Gargano un’integrazione eccellente tra strutture istituzionalmente preposte e volontari nelle attivita’ di soccorso” Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, nel corso di un incontro con i giornalisti in prefettura.
”Non c’e’ alcun dubbio che questa macchina ha consentito di salvare molte vite umane – ha aggiunto – e di ridurre i danni che restano pur sempre giganteschi. Noi in questo momento abbiamo gia’ dato ai sindaci l’autorizzazione a procedere con delibere di estrema urgenza per gli interventi immediati con la garanzia politica che la Regione si fara’ carico delle risorse necessarie. Domani avremo la prima relazione dell’autorita’ di bacino ci predisponiamo a presentare il dossier a Palazzo Chigi e alle autorita’ di governo e a chiedere immediatamente lo stato di emergenza complessivamente per la condizione del Gargano e lo stato di calamita’ naturale relativamente ai danni che sono stati inferti all’agricoltura”. “Tutta la classe dirigente, tutti i sindaci del Gargano – ha insistito Vendola – condividono il fatto che bisogna andare a colpire la radice di fenomeni che ci espongono a questa drammatica possibilita’ che eventi meteorologici estremi portino alla rovina e alla morte. Abbiamo bisogno di intervenire ulteriormente sul dissesto idrogeologico, la Regione Puglia ha impegnato tutti i 175 milioni di euro per lottare contro questo fenomeno. Dal bilancio vivo abbiamo messo 10 milioni di euro in piu’ per chiedere ai Consorzi di Bonifica un’opera straordinaria e supplementare di pulizia dei canaloni. Credo – ha concluso – che oggi dobbiamo avere il coraggio di dire al Gargano e alla Puglia: da oggi si volta pagina. La natura non e’ una preda per le stagioni di caccia, la natura va rispettata. A cominciare da strumenti di regolazione del territorio e dell’urbanizzazione di esso che non facciano precipitare sulle spalle di comunita’, gia’ di per se’ molto fragili, un peso insopportabile”.