Non accenna a placarsi la pioggia battente dei Monsoni che da cinque giorni cade sul Pakistan e sulla regione himalayana del Kashmir indiano, causando inondazioni e frane. L’alluvione, definita dei metereologi la peggiore degli ultimi 50 anni, ha provocato la morte di 120 persone in Kashmir. Altre 128 vittime sono state registrate in Pakistan. Secondo quanto riferiscono le autorità locali, i soccorsi nella città di Sringar, in Kashmir, sono stati ostacolati dalla piena del fiume Jhelum che ha riversato sulle strade acqua e fango. In alcuni quartieri, l’acqua è arrivata fino a quattro metri di altezza, sommergendo intere case. Centinaia di persone hanno abbandonato le proprie abitazioni cercando rifugio da amici o parenti. Almeno 450 villaggi in tutta la regione sono stati sommersi e altri 2mila sono stati colpiti dalle inondazioni, hanno spiegato le autorità. Tutte le scuole, università e uffici sono stati chiusi, e le riserve di energia elettrica e acqua potabile sono state limitate in tutto lo Stato. Migliaia di uomini della polizia e dell’esercito stanno lavorando senza sosta per cercare eventuali superstiti tra i cumuli di fango. Questa mattina il primo ministro indiano Narendra Modi ha sorvolato con un elicottero le zone colpite dalle alluvioni e ha promesso l’aiuto dello Stato federale per far fronte alla devastazione. “Ho 80 anni e non ho mai visto un’alluvione del genere”, ha dichiarato Ghulam Nabi, parlando da una finestra del terzo piano in un edificio nell’elegante quartiere di Rajbagh di Sringar, completamente sommerso.