La piu’ vasta manifestazione di protesta sul clima nella storia degli Stati Uniti domenica blocchera’ Manhattan: alle 13, dopo un minuto di silenzio, decine di migliaia di fischietti, suonerie di cellulari, clacson suoneranno l’allarme aiutati da 20 bande e le campane a distesa dell’intera citta’. Il Pianeta e’ in pericolo. Creativi, ambientalisti, sopravvissuti a Sandy, il segretario generale dell’Onu Ban Ki moon con l’ex segretario di Stato Hillary Clinton e il suo successore John Kerry. Impossibile prevedere quante persone parteciperanno all’iniziativa lanciata da una decina di organizzazioni verdi e affiancata da altre 1.400 “partner” che si sono uniti lungo la strada. Si marcera’ anche in altri paesi del mondo: da Jakarta a Delhi, da Melbourne a Rio. Roma ai Fori Imperiali, Londra, Parigi, Amsterdam, Berlino: si sono mobilitati anche i verdi europei. “Chiediamo una vera transizione energetica verso un sistema basato su efficienza e rinnovabili e progressivamente sempre meno dipendente da combustibili fossili”, afferma Monica Frassoni, co-presidente del partito verde europeo e coordinatrice di Green Italia, che si unira’ alla marcia di Bruxelles. A New York sono attesi 500 pullman dagli stati del Midwest: “Il litro di benzina piu’ utile mai bruciato e’ quello che vi portera’ alla marcia”, ha detto Bill McKibben, uno degli organizzatori. Ci saranno carri allegorici, da un’arca di Noe’ a una maxi-lavagna con gli ultimi dati sulle emissioni inquinanti: trainati, quelli, a mano o da motori alimentati a bio-diesel. A differenza della manifestazione di protesta anti-nucleare del 1982 che porto’ 500 mila persone a Central Park per ascoltare i discorsi dei militanti per la pace, l’appuntamento di domenica fara’ leva sulla rabbia individuale della gente per l’assenza di azione dei leader del Pianeta. E’ una frustrazione condivisa da Ban Ki moon che martedi” ha convocato all’Onu 120 capi di stato e di governo – per l’Italia Matteo Renzi – per un vertice aperto da Leonardo di Caprio. L’appuntamento successivo e’ nel 2015 a Parigi: il presidente della Commissione Ue, Jose’ Manuel Barroso, fara’ appello ai leader della Terra perche’ raddoppio gli sforzi. Anche l’America, stavolta, e’ pronta a fare la sua parte: “Prendiamo molto sul serio questo vertice”, ha detto il consigliere politico della Casa Bianca John Podesta, anticipando la “voglia di leadership” di di Barack Obama. Tre grandi assenti, pero’, tra i grandi inquinatoti – Russia, India e Cina – rischiano di indebolire i risultati del vertice. Il filo rosso e’ che non c’e’ tempo da perdere. Dal 2009, anno del summit di Copenaghen, il costo dei disastri legati ai cambiamenti climatici e’ stato di 500 miliardi di dollari, pari a tre volte tutti gli anni Settanta, ha constatato l’Oxfam in un rapporto intitolato ‘Il summit del rinvio?’: negli ultimi 5 anni piu’ di 650 milioni di persone sono state colpite dai disastri legati al clima e 112 mila hanno perso la vita.