Nella lotta contro il cancro si cominciano a raccogliere i primi frutti: le campagne di prevenzione e l’introduzione di nuove cure più efficaci stanno spuntando le armi ai tumori, riducendone la mortalità. Secondo l’A.I.R.C. (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), infatti, “non si arresta il cammino per rendere sempre più il cancro una malattia curabile. C’è però ancora molto da fare e il quadro complessivo mostra grandi differenze da tumore a tumore e da Paese a Paese. Per alcuni tumori, come quelli del testicolo o le leucemie e i linfomi, soprattutto quello di Hogkin, il calo di mortalità è significativo e costante nel tempo, soprattutto grazie alle conquiste della medicina, che cura sempre meglio queste malattie; per altri, come il tumore del collo dell’utero, il successo è da attribuire soprattutto alla prevenzione, con una diagnosi sempre più precoce; per altri ancora, l’andamento della mortalità dipende da quanto sono diffusi i comportamenti a rischio”.
Molto si è fatto quindi, con tassi di guarigione in crescita per diverse forme tumorali, ma molto c’è ancora da fare. Attenzione però! Non fatevi ammaliare, invece, da chi promette guarigioni miracolose grazie a sciroppi, impacchi ed acidi “fai-da-te” per sciogliere i melanomi…. La cosiddetta medicina naturopatica ha spesso proposto “trattamenti alternativi contro il cancro”, avanzando la pretesa che i propri rimedi fossero utili a curarlo, a volte dando vita a teorie del complotto che sostengono che la comunità scientifica ostacolerebbe le vere cure poiché meno costose. Trattamenti questi che però, secondo la stessa comunità scientifica, potrebbero essere stati testati senza una corretta sperimentazione, o non avrebbero dimostrato significativa efficacia statistica. Prudenza, quindi, nei confronti dei naturopati “guaritori” il cui campo d’azione si colloca nelle aree non specificatamente mediche della salute, non avendo finalità nè diagnostiche nè terapeutiche. Il naturopata non è altro che un operatore del benessere, dell’educazione e promozione alla salute individuale, sociale ed ambientale. In questo campo purtroppo, come spesso accade quando c’è in gioco la salute umana, si aggirano inquietanti sciacalli sempre pronti, ahinoi, ad approfittare della disperazione e della sofferenza altrui. Tra mezze parole e promesse sussurrate, i loro prodotti (integratori, frullati, estratti) vengono venduti come “anticancro” quando si è ancora ben lontani dal definirli curativi e sicuri.
Ma come si riesce, direte voi, a convincere tante, troppe, persone ad abbandonare la medicina ufficiale per quella naturopatica?
Facile!…. Basta far leva sulla psiche umana con l’ausilio di frasi ad effetto che lasciano intravedere più che una speranza: “Se siete affetti da cancro o da uno o più tumori, anche se in fase avanzata o terminale, non perdete la speranza. Esiste un modo per vincere la malattia. Questo metodo è alla portata di tutti, non costa assolutamente nulla, non ha nessun effetto collaterale di nessun tipo e si può mettere in pratica in casa. Le nostre convinzioni non si basano su qualche isolato caso in cui l’aloe arborescens ha avuto seppur pienissima efficacia, ma sulla base di centinaia di studi internazionali condotti sull’aloe che hanno dato risultati letteralmente sbalorditivi. L’aloe è stata addirittura brevettata come il più efficace anti-cancro e ci sono case farmaceutiche e università che puntano sull’aloe per guarire il cancro ! Non credete quindi a quei medici falsi che inventano che l’aloe è stata ritirata dal mercato o che è dannosa. Fare la cura dell’ aloe arborescens IN NESSUN CASO può peggiorare la situazione per cui è SEMPRE consigliata. L’unico sbaglio che si possa fare è quello di non fare la cura. Fare la cura, anche in modo incompleto, è sempre meglio, in tutti i casi, che non farla per niente! Nei giorni di sospensione, se sono più di uno, il cancro può in qualche modo iniziare a riguadagnare terreno. Inoltre, il malato ha un giustificato quanto inevitabile timore di non essere più “coperto” dall’azione dell’aloe e che il cancro possa appunto riprendere forza. In questi giorni di pausa, quindi, il malato con il suo atteggiamento produce per via psicosomatica delle tossine che vanno a grande discapito della salute e del sistema immunitario. Per questo motivo è molto meglio fare al massimo un solo giorno di sospensione o addirittura non farne affatto. Non c’è nessun motivo di sospendere la cura per una settimana o più, servirebbe solo a peggiorare le cose. LA CURA NON DEVE ESSERE ABBANDONATA SUBITO DOPO LA SCOMPARSA DELLE MASSE TUMORALI, ma occorre continuarla per qualche (3-6) altro mese. Questo perchè, nonostante dagli esami non risulti alcuna traccia di cancro, qualche cellula cancerosa può tuttavia rimanere. Questi micro-focolai, non rilevabili dagli esami, sono pericolosissimi e possono esplodere in brevissimo tempo. Nel giro di un solo mese da un micro-focolaio, invisibile agli esami, si può passare a una massa di ben 20 cm di spessore!Gli esami non garantiscono nulla! Anche dopo 6 mesi di esami negativi si può avere una ri-esplosione immediata e rapidissima del cancro.Ecco perchè si deve continuare a prendere l’ aloe ancora per 3-6 mesi dall’ultimo esame negativo. L’unico modo per essere veramente sicuri al 100% è quello di prendere l’aloe per 6 mesi dall’ultimo esame negativo. Lo sviluppo della malattia in genere viene bloccato entro il primo mese o al massimo entro il secondo mese. Entro 2-3 mesi si deve osservare il regredire e successivamente la scomparsa della malattia. Se la malattia non accenna a regredire dopo 2 mesi, vuol dire che si deve aumentare la dose o che la ricetta non è stata preparata correttamente o che la pianta da cui si attinge non è buona o non è della specie giusta o che non si sta affrontando la malattia con la giusta attitudine mentale (se si è fortemente depressi o non si ha la voglia di guarire nessuna cura al mondo può nulla, poichè è come se non si volesse guarire! In questo caso la mente comanda al corpo costantemente di ammalarsi e di non guarire!). In questi casi occorre al più presto individuare la causa e rimediare” (aloearborescens.tripod.com).
Uno dei principali attivisti di codesto, fiorente, “esercizio” è Padre Romano Zago, un frate brasiliano che riprendendo un’antica ricetta a base di aloe Arborescens (con l’aggiunta di miele ed alcool), assicura di aver salvato da morte certa numerose persone affette dal cancro ed ormai giunte all’estrema unzione.
Altro personaggio di “spicco” è il dottor Nacci, medico specializzatosi in medicina nucleare al San Raffaele di Milano. “Considerato tuttavia che – secondo Nacci – le normali terapie dei tumori (radioterapia, ormonoterapia e soprattutto chemioterapia) presentano forti effetti collaterali, si è ritenuto opportuno sviluppare lo studio per la cura dei tumori secondo il metodo metabolico Gerson. Tale metodo, seguito in diverse cliniche all’estero, si basa principalmente su un apporto vitaminico fitoterapico accompagnato da un’adeguata dieta”.
Giuseppe Nacci, quindi, riprese in generale le teorie di Gerson, le modificò, personalizzò e creò un protocollo alimentare che, a suo parere, previene, cura e fa regredire i tumori. In seguito alla somministrazione delle sue cure ed all’invito a sospendere la chemioterapia, Nacci venne sospeso dall’ordine dei medici per violazione dell’art. 13 del Codice Deontologico: “…sono vietati l’adozione e la diffusione di terapie e di presidi diagnostici non provati scientificamente o non supportati da adeguata sperimentazione e documentazione clinico-scientifica, nonché di terapie segrete…”.
Concludiamo ora con il “pezzo” forte, ossia con l’illuminato naturopata Gianfranco Lanza…il nuovo “saggio” dell’aloe arborescens.
Il Sig. Lanza promette risultati strabilianti grazie ad un succo contenente Aloe arborescens, venduto a circa 130 euro il litro, come coadiuvante a chemio-radioterapia. La “cura” consigliata prevede otto bottiglie da litro al mese. Anche in questo caso, ovviamente, non esistono studi scientifici sull’efficacia del prodotto.
Dall’eccellente inchiesta giornalistica condotta da Katia Ranzanici per conto dalla trasmissione “Patti Chiari” della televisione svizzera (http://www.rsi.ch/pattichiari/node/2766) veniamo a conoscenza che il Sig. Lanza non solo non è un medico ma, ahinoi, possiede un master in Naturopatia che non è riconosciuto, conseguito in un’università di Miami, anch’essa non riconosciuta. Cosa si nasconde dietro a questo sciroppo a base di aloe? Chi può prescriverlo? E soprattutto il prezzo è giustificato? “Patti Chiari” ha davvero indagato a fondo, incontrando medici, farmacisti e l’artefice di questo prodotto e ha messo a confronto opinioni e fatti. Certamente il Sig. Lanza ne esce con le ossa un tantino sgretolate.
Anche secondo l’AIRC, ad oggi, “…non ci sono prove certe dell’efficacia dell’Aloe nella prevenzione o nella cura del cancro. Sono molti gli studi condotti per capire se l’Aloe e i suoi derivati sono in grado di eliminare o almeno ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti oncologici classici, in particolare chemio e radioterapia. Nel 2005 sono stati pubblicati i risultati di una ricerca che ha preso in considerazione gli studi che valutavano la capacità dell’Aloe di prevenire i danni della radioterapia a livello della cute. Secondo questi dati, il gel di Aloe applicato direttamente sulla pelle non porta alcun vantaggio. Conclusioni simili anche per uno studio del 2011 che ha valutato invece il ruolo del gel di Aloe nella prevenzione della mucosite, un problema della bocca piuttosto comune per chi si sottopone a chemioterapia: non sono emerse prove che l’Aloe sia efficace, anche se, al di là dei numeri, molti pazienti hanno percepito come utile il trattamento con questo gel. Per quel che riguarda invece gli effetti sulla crescita cellulare, al momento attuale non è stato possibile replicare sull’uomo i dati ottenuti su colture di laboratorio”.
Una cosa è certa: a oggi non esiste alcuna dimostrazione scientifica chiara dell’efficacia di questa pianta come terapia anti-cancro. Pensare di sospendere le terapie prescritte dall’oncologo o di assumere contemporaneamente derivati dell’Aloe può essere una decisione molto pericolosa per la salute.