Parlano italiano i test in corso a Cambridge sugli strumenti destinati al radiotelescopio più grande del mondo, chiamato Ska (Square Kilometer Array) e che entro il 2020 sarà costruito in parte in Sudafrica e in parte in Australia. Ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), del dipartimento di Ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture del Politecnico di Torino e dell’Istituto di Elettronica ed Ingegneria delle Telecomunicazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) stanno sperimentando il prototipo del set di antenne chiamato Lfaa (Low Frequency Aperture Array). Grazie alla sua rete di antenne, Ska funzionerà come un gigantesco occhio puntato sulle prime galassie che si sono ‘accese’ nell’universo. L’Italia è fra i Paesi che stanno lavorando per portare a termine le fasi preliminari del progetto, che ha un’enorme valenza scientifica. La costruzione della rete di antenne di Ska è prevista nel 2018, con una prima serie di telescopi operativi per le osservazioni in frequenze basse e medie. Seguirà il posizionamento delle antenne ad alta frequenza, che potranno quindi raggiungere 20 gigahertz.