Con l’arrivo di Settembre il progressivo indebolimento dell’insolazione diurna sta favorendo l’avvento dei primi freddi stagionali sulle lande settentrionali siberiane, che si preparano all’arrivo della lunga e gelida stagione invernale. Proprio nei giorni scorsi, la discesa di un primo blocco di aria fredda, di origine polare, sull’ovest della Repubblica di Jacuzia, ha portato le prime vere nevicate di stagione sul comparto siberiano. Le nevicate hanno imbiancato il settore settentrionale del distretto di Mirny, dove molte cittadine hanno ricevuto il loro primo accumulo di neve al suolo della stagione. In particolare Aykhal e Udacnyi hanno visto le precipitazioni nevose più consistenti, con accumuli prossimi agli 8-10 cm. Fra sabato 30 Agosto, domenica 31 Agosto e lunedì 1 Settembre 2014 nuovi rovesci di neve, per tre giorni di fila, hanno imbiancato una ampia area, nel settore settentrionale della Siberia centrale, fra la penisola di Tajmyr e i monti Putorana, dove i terreni, gli affascinanti e sterminati boschi di conifere e i verdi paesaggi della taiga sono tornati a dipingersi di bianco, mentre le temperature sono tornate ad avvicinarsi ai +0°C. Ormai, con la fine dell’estate e il calo della grande oscurità sul vasto oceano Artico si avvia il forte raffreddamento autunnale che tende a rinvigorire la figura del vortice polare troposferico, favorendo l’avvento delle prime grandi gelate autunnali oltre il Circolo Polare Artico.
Proprio negli ultimi giorni, a seguito di un considerevole irrobustimento della figura ciclonica del vortice polare troposferico, spaccato in due vasti lobi ormai pienamente autonomi, centrati rispettivamente fra l’Artico canadese e la costa artica della Siberia centrale, a ridosso della penisola di Tajmyr, in gran parte della regione artica si è avviato un considerevole raffreddamento che ha fatto sprofondare i valori termici ben al di sotto della soglia dei -15°C -20°C a livello del mare. Analizzando la situazione sinottica sopra il mar Glaciale Artico notiamo lo scorrimento di un significativo nucleo di aria fredda, di origine artica, che scorrendo lungo il bordo settentrionale del vasto “lobo siberiano” del vortice polare, punta verso l’arcipelago russo della Novaja Zemlja, con sostenuti venti da N-NE e Nord. Questa tesa ventilazione settentrionale spinge l’aria gelida fin verso le coste siberiane, fra la Novaja Zemlja, la penisola di Tajmyr e la penisola Jamal, dove nei prossimi giorni sono attese nuove nevicate sparse che accompagneranno un diffuso calo dei valori termici. Nel frattempo il profondo “lobo siberiano”, in azione con un profondo minimo barico nei medi e bassi strati posizionato fra la penisola di Tajmyr e il mar di Laptev, riuscirà a sospingere dal suo bordo occidentale masse d’aria gelide d’estrazione artica. Queste transitando sopra le vaste lande della Siberia centrale, riusciranno a conservare le loro originarie caratteristiche fredde, raggiungendo cosi i territori della Siberia centro-orientale con gelidi venti da NO e O-NO. Basti pensare che l’isoterma di -6°C -8°C alla quota di 850 hpa dovrebbe scivolare fino alla Jacuzia occidentale, contribuendo ad incrementare ulteriormente il raffreddamento dello strato d’aria prossimo al suolo. Nei giorni a seguire l’insistenza di questo vasto ciclone extratropicale a cuore freddo riuscirà a spingere un blocco di aria molto fredda verso la Siberia centrale, oltre i 60° di latitudini nord.
Questa prima sortita artica nel territorio siberiano potrebbe già in anticipo spianare la strada al grande raffreddamento tardo autunnale (“raffreddamento pellicolare”) che formerà il futuro anticiclone termico sulle vaste lande euro-asiatiche. Tale processo, che normalmente comincia a verificarsi nel mese di Novembre, sarà anche favorito da una notevole estensione dei territori innevati di fresco, fino all’estremo nord della Manciuria e al nord della Mongolia, sottoposti all’effetto “Albedo”. Queste nevicate anticipate sull’area siberiana potrebbero avere una diretta correlazione fra lo scioglimento dei ghiacci marini dell’Artico e l’indebolimento del “getto polare”. Difatti, il rapido scioglimento dei ghiacci marini del mar Glaciale Artico, nel periodo estivo, promuove una maggiore evaporazione che incrementa la nuvolosità e le precipitazioni durante il periodo autunnale, fra Settembre e Ottobre, favorendo l’avvento di nevicate sempre più premature e intense, quanto frequenti, fra la regione artica canadese e la vasta area siberiana. La neve, depositando i primi soffici accumuli sopra le immense lande della Siberia e dell’Artico canadese, permette un più rapido raffreddamento di queste, a causa dell’attivazione dell’effetto “Albedo” che tende a rafforzarsi man mano che si avvicina l’ultima decade di Ottobre e il mese di Novembre, quando l’insolazione si indebolisce portandosi ai minimi stagionali, mentre oltre il Circolo polare cala la grande oscurità invernale. L’isolamento di masse d’aria sempre più fredde, nei bassi strati (in genere è lo strato d’aria in prossimità del suolo innevato ad esserne interessato), sopra le estese aree continentali dell’emisfero boreale, ha come prima ripercussione un brusco arretramento del “getto polare” verso latitudini più meridionali, con un conseguente indebolimento di quest’ultimo, per il venir meno del “gradiente di geopotenziale” fra l’Artico e le medie latitudini. Il rapido raffreddamento delle lande della Siberia e del Canada costruisce ad incrementare la formazione di importanti nuclei anticiclonici, alle medio-alte latitudini, che aumentano le probabilità di ondate di freddo in grado di causare lunghi periodi di tempo insolitamente freddo e nevoso alle medie latitudini, fra America settentrionale, Europa e Asia centro-settentrionale.