Una storia di uno o piu’ episodi di depressione alle spalle si ‘legge’ nel cervello, quantomeno se gli episodi depressivi sono avvenuti in eta’ adolescenziale: infatti il cervello di una persona che ha sofferto in passato di depressione appare ‘iperconnesso’, ha cioe’ un eccesso di ponti neurali di comunicazione, rispetto alle connessioni neurali presenti nel cervello di una persona sana. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista PLOS One che ha coinvolto un gruppo di giovani adulti (18-23 anni), parte dei quali avevano sofferto di uno o piu’ episodi depressivi negli anni precedenti. La ricerca e’ stata condotta presso la University of Illinois a Chicago. Gli psichiatri Usa hanno confrontato il cervello di coetanei con o senza una storia di depressione alle spalle, utilizzando una risonanza magnetica. E’ emerso che il cervello degli adulti che hanno sofferto in passato di depressione appare iperconnesso, presenta appunto un eccesso di connessioni nervose rispetto al cervello degli individui del gruppo di controllo. Gli psichiatri che hanno condotto lo studio collegano questa iperconnettivita’ del cervello ”depresso” con l’abitudine a ”ruminare”, cioe’ a pensieri controproducenti e ricorrenti tipicamente associati alla depressione. La ruminazione mentale e’ una forma di pensiero ciclico molto difficile da interrompere e basato su una valutazione negativa di se stessi e di episodi passati, che pero’ non porta di fatto a nulla.