Con l’avvento dei primi “scambi meridiani”, fra polo e fascia temperata, una larga area della Siberia centro-orientale si comincia a preparare al primo vero intenso raffreddamento di stagione, con l’affondo del “lobo siberiano” del vortice polare verso la Repubblica di Jacuzia. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, dopo l’avvento delle prime gelate notturne, aiutate dalla diminuzione dell’insolazione diurna, su Ojmjakon si è depositato un campo termico adatto all’avvento delle prime nevicate. La prima nevicata, in grado di depositare i primi strati di neve sul terreno, si è verificata proprio la mattina dello scorso giovedì 25 Settembre 2014, quando nel villaggio jacuziano il cielo è rimasto perennemente coperto, accompagnando la caduta di nevicate di debole e moderata intensità che oltre a lasciare il primo accumulo al suolo hanno mantenuto la colonnina di mercurio sotto la soglia dei +0°C, con estremi termici di giornata compresi fra i -2°C e i -6°C. Ma nei prossimi giorni è atteso un più intenso raffreddamento che coinvolgerà gran parte del territorio jacuziano.
Difatti, proprio ad inizio settimana, il vortice polare centrerà il proprio baricentro proprio sul comparto siberiano centro-orientale, con un vasto e profondo vortice ciclonico, colmo di aria gelida in quota, e con un minimo barico al suolo pronto a scendere sotto i 985 hpa, che traslerà dalla penisola di Tajmyr all’alta costa siberiana, che si affaccia al mar di Laptev, apportando nevicate diffuse, a tratti anche di moderata e forte intensità, accompagnate da venti piuttosto sostenuti, generalmente da O-NO e da Ovest, più da SO e S-SO in prossimità della costa della Siberia orientale. Questa profonda depressione, d’origine artica, riempita di masse d’aria molto fredde e pesanti di provenienza artica, nel corso della settimana, fra domani e mercoledì, scorrerà con il proprio sistema frontale davanti l’alta costa siberiano, apportando nevicate diffuse che interesseranno vaste aree della penisola di Jamal, la penisola di Gyda e quella di Tajmyr, per estendersi, tramite i sostenuti e freddi venti da O-NO e NO, fino all’altopiano della Siberia centrale e al nord della Jacuzia.
Visto l’affondo, lungo il bordo occidentale della depressione, di masse d’aria molto fredde a tutte le quote, con valori fino a -10°C alla quota di 850 hpa (circa 1400 metri), le precipitazioni assumeranno prevalente carattere nevoso fino a quote pianeggianti su gran parte della Siberia centro-orientale. Molte città della Siberia settentrionale, come Hatanga, Olenek, Tiksi, Kjusjur e Zigansk, dovrebbero essere interessate da fitte nevicate, rese ancora più intense dai sostenuti venti settentrionali che faranno seguito al profondo vortice depressionario, in spostamento verso la parte settentrionale della Siberia orientale. Ma le nevicate più consistenti si dovrebbero vedere lungo il versante settentrionale dei monti Cerski, grazie al notevole “stau” esercitato da quest’ultimi nei confronti della moderata e fredda ventilazione dai quadranti settentrionali, che contribuirà a addossare una fitta nuvolosità capace di generare precipitazioni nevose diffuse, anche di moderata o forte intensità. La presenza di un bel “gradiente barico orizzontale”, lungo il lato occidentale e meridionale della profonda circolazione depressionaria artica, ulteriormente inasprito dalla presenza di un promontorio anticiclonico sulla Siberia centro-occidentale, agevolerà anche l’attivazione di gelidi e a tratti anche intensi venti da O-NO e NO, che spazzeranno soprattutto le coste del mar di Laptev e la Jacuzia settentrionale, con raffiche oltre i 60 km/h, localmente anche 70 km/h.
La poderosa circolazione ciclonica che s’instaurerà sulla Siberia centro-orientale ergerà un blocco in seno alla circolazione emisferica, costringendo il flusso principale zonale a scivolare di latitudine, seguendo ampie ondulazioni (“onde di Rossby”), piuttosto marcate, che dalla Siberia orientale si spingeranno in direzione del Pacifico settentrionale e del nord America. Queste dopo si propagheranno rapidamente sopra il Canada ed il nord degli Stati Uniti, dove nei prossimi giorni penetreranno altre due saccature, intervallate da un promontorio anticiclonico mobile che contribuirà a alimentare un’ampia onda anticiclonica nel bel mezzo dell’Atlantico settentrionale che punta dritto in direzione della penisola Scandinava (innescando il famoso Scand+). Il notevole inasprimento dei “forcing” nell’alta troposfera, con il conseguente sviluppo di solidi “blocking” anticiclonici, fra nord Pacifico e Atlantico settentrionale, capaci di ondulare il ramo principale del “getto polare”, aprirà le porte ad un periodo dominato dagli scambi meridiani, fra polo ed tropici, favorendo l’innesto di configurazioni bariche che potrebbero far scivolare le prime significative avvezioni fredde autunnali verso il nord America, l’Europa e l’Asia centrale, intervallate da estese ondate di calore, capaci di spingersi oltre i 60° di latitudine nord.
Al contempo, i depositi di neve fresca al suolo determinano un consistente effetto “Albedo” che contribuirà ad accentuare notevolmente il processo di raffreddamento “pellicolare”. Ossia il notevole raffreddamento dello strato d’aria in prossimità del suolo innevato che nei prossimi due mesi coinvolgerà da vicino gran parte del territorio siberiano, dagli Urali fino alle coste dell’estremo oriente siberiano, dove nei bassi strati comincerà a prendere forma l’anticiclone termico “russo-siberiano” (frutto di questo raffreddamento dello strato d’aria prossimo al suolo), la macchina che mette in moto la fabbrica del grande gelo dell’emisfero boreale da cui dipenderanno le sorti della ventura stagione invernale.