Si allarga l’innevamento dei suoli sulla Siberia centrale mentre sul mar Glaciale Artico appare l’alta pressione, timidi segnali d’inverno?

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plot001_f36L’estate è ormai arrivata al capolinea e con il calo della grande oscurità sul mar Glaciale Artico si avvia il forte raffreddamento autunnale che tende a rinvigorire la figura del vortice polare troposferico, favorendo l’avvento delle prime grandi gelate autunnali oltre il Circolo Polare Artico. In genere bisogna attendere fino ai primi giorni di Settembre, allorquando l’indebolimento dell’insolazione diurna crea le situazioni adatte per le prime intense gelate, agevolando una rapida discesa delle temperature al di sotto della soglia degli zero gradi su gran parte della regione artica. Quest’anno, grazie al favorevole pattern atmosferico che si è instaurato sulla regione artica, la persistenza di profonde circolazioni depressionarie, nella parte centrale del mar Glaciale Artico, ha ammassato masse d’aria piuttosto fredde, con temperature largamente inferiori ai +0°C a livello del mare, su ampi tratti dell’Artico canadese, mar di Beaufort e Groenlandia. Questo raffreddamento dell’Artico sta comportando un importante rinvigorimento dell’attività del vortice polare in sede siberiana, favorendo l’avvento delle prime vere nevicate a bassa quota, con un importante tracollo dei valori termici, ampiamente sotto la soglia dei +0°C.

plot002_f54Proprio negli ultimi giorni, a seguito di un considerevole irrobustimento della figura ciclonica del vortice polare troposferico, spaccato in due vasti lobi ormai pienamente autonomi, centrati rispettivamente fra l’Artico canadese e la costa artica della Siberia centrale, a ridosso della penisola di Tajmyr, in gran parte della regione artica si è avviato un considerevole raffreddamento che ha fatto sprofondare i valori termici ben al di sotto della soglia dei -15°C -20°C a livello del mare. Osservando la situazione sinottica sopra il mar Glaciale Artico notiamo la presenza di un nucleo di aria fredda, di origine artica, che scorrendo lungo il bordo settentrionale del vasto “lobo siberiano” del vortice polare, punta verso l’arcipelago russo della Novaja Zemlja, con sostenuti venti da N-NE e Nord. Questa tesa ventilazione settentrionale spinge l’aria gelida fin verso le coste siberiane, fra la Novaja Zemlja, la penisola di Tajmyr e la penisola Jamal, dove nei prossimi giorni sono attese nuove nevicate sparse che accompagneranno un diffuso calo dei valori termici. Nel frattempo il profondo “lobo siberiano”, in azione con un profondo minimo barico nei medi e bassi strati posizionato fra la penisola di Tajmyr e il mar di Laptev, riuscirà a sospingere dal suo bordo occidentale masse d’aria gelide d’estrazione artica. Queste transitando sopra le vaste lande della Siberia centrale, riusciranno a conservare le loro originarie caratteristiche fredde, raggiungendo così i territori della Siberia centro-orientale con gelidi venti da NO e O-NO.

La mappa mostra l'allargamento dei terreni innevati sul nord della Siberia centrale (credit NOAA)
La mappa mostra l’allargamento dei terreni innevati sul nord della Siberia centrale (credit NOAA)

Basti pensare che l’isoterma di -6°C -8°C alla quota di 850 hpa dovrebbe scivolare fino alla Jacuzia occidentale, contribuendo ad incrementare ulteriormente il raffreddamento dello strato d’aria prossimo al suolo e favorendo l’avvento delle prime precipitazioni nevose, fino a quote molto basse, per non dire al piano, nel nord della Siberia centrale, fra la penisola di Tajmyr e il settore più settentrionale dell’altopiano siberiano centrale. Proprio qui nei prossimi giorni, grazie alla diretta influenza del “lobo siberiano”, si allargherà l’area innevata di fresco, che dovrebbe estendersi fino alla città di Hatanga, la quale entro domani, o massimo sabato, potrebbe imbiancarsi, venendo investita dai freddi venti da O-NO e NO (di provenienza artica) che scorrono sul bordo occidentale della circolazione depressionaria a carattere freddo. Nei giorni a seguire l’insistenza di questo vasto ciclone extratropicale a cuore freddo riuscirà a spingere il blocco di aria molto fredda verso la Siberia centro-orientale, oltre i 60° di latitudini nord, portando i primi freddi e le prime nevicate, concentrate lungo il settore post-frontale della circolazione depressionaria, dove l’avvezione fredda avrà i suoi massimi effetti nel portare il campo termico su valori prossimi o poco superiori allo “zero termico”. Nel frattempo, mentre il vortice polare troposferico si mostra spaccato in due vasti lobi, nella parte centrale del mar Glaciale Artico, a causa dell’intenso raffreddamento, si svilupperà una cellula anticiclonica, con massimi di oltre 1024 hpa, con caratteristiche termiche nei bassi strati. Questo struttura di alta pressione, che presenta i propri massimi nella parte centrale del mar Glaciale Artico, nei prossimi giorni potrebbe ulteriormente incentivare le discese di blocchi d’aria molto fredda a tutte le quote verso la Siberia centrale, provocando un brusco quanto anticipato raffreddamento dell’altopiano della Siberia centrale, dove si potrebbero registrare le prime importanti gelate d’inizio stagione. Questa prima ed importante sortita artica nel territorio siberiano potrebbe già in anticipo spianare la strada al grande raffreddamento tardo autunnale (“raffreddamento pellicolare”) che formerà il futuro anticiclone termico sulle vaste lande euro-asiatiche. Tale processo, che normalmente comincia a verificarsi nel mese di Novembre, sarà anche favorito da una notevole estensione dei territori innevati di fresco, dalla Siberia fino all’estremo nord della Manciuria e al nord della Mongolia, sottoposti all’effetto “Albedo”.

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