Questi fenomeni (nubifragi rilasciati da cumulonembi) sono naturali e la storia del clima e dell’ambiente evidenzia che si sono sempre verificati.
Noi dobbiamo organizzarci per non subire danni dagli “attacchi” con quello che abbiamo proposto: il sistema di allarme idrogeologico immediato!
Semplice, e non costa molto, immediatamente realizzabile.
Durante la seconda guerra mondiale i cittadini non potevano impedire che bombardieri nemici venissero a bombardare per cui si era attivato il sistema di allarme immediato con avvistamento, allarme e fuga nei rifugi organizzati.
Finito l’allarme tutto tornava normale.
Questa è l’unica via!
Il sistema di allarme idrogeologico immediato si basa sul fatto che i fenomeni tipo meteoserialkiller non sono individuabili molto tempo prima, nel senso che non si può prevedere se e dove essi si innescheranno colpendo fasce di territorio molto ristrette (da 5 a circa 15 km di larghezza).
Si possono individuare le situazioni meteo favorevoli all’innesco dei cumulonembi ma la certezza che sia iniziato un nubifragio che può innescare flussi detritici e piene improvvise la si può avere solo seguendo in tempo reale la registrazione pluviometrica tramite strumenti in grado di registrare la pioggia caduta ogni 3 minuti. La curva è tipica e consente di individuare il fenomeno sul nascere dopo pochi minuti.
Prima che gli eventuali flussi idrici o colate detritiche possano sopraggiungere nelle aree urbane a valle possono trascorrere diverse decine di minuti che sono sufficienti ad attivare il piano di protezione civile già predisposto e sperimentato che consenta ai cittadini di togliersi dalle strade che possono essere percorse dai flussi.
Ad esempio, durante la tragica alluvione di Genova e delle Cinque Terre del novembre 2011 i flussi giunsero nelle strade cittadine circa 4-5 ore dopo l’inizio del nubifragio.
I flussi idrici e le colate detritiche devono percorrere obbligatoriamente i fondo valle per cui sono agevolmente individuabili le strade che possono essere invase.
Un adeguato sistema di comunicazione sonora e visiva ubicata nelle zone potenzialmente vulnerabili consente ai cittadini di mettersi al sicuro fino al cessato allarme.
Ripropongo la figura che sintetizza l’evoluzione tipo del fenomeno (con un esempio applicato ad un nubifragio verificatosi il 1 settembre 2014 nel bacino del Sarno in Campania che ha originato flussi detritici a Solofra) e la conseguente attivazione del sistema di allarme.
Noi dobbiamo organizzarci per non subire danni dagli “attacchi” con quello che abbiamo proposto: il sistema di allarme idrogeologico immediato!
Semplice, e non costa molto, immediatamente realizzabile.
Durante la seconda guerra mondiale i cittadini non potevano impedire che bombardieri nemici venissero a bombardare per cui si era attivato il sistema di allarme immediato con avvistamento, allarme e fuga nei rifugi organizzati.
Finito l’allarme tutto tornava normale.
Questa è l’unica via!
Il sistema di allarme idrogeologico immediato si basa sul fatto che i fenomeni tipo meteoserialkiller non sono individuabili molto tempo prima, nel senso che non si può prevedere se e dove essi si innescheranno colpendo fasce di territorio molto ristrette (da 5 a circa 15 km di larghezza).
Si possono individuare le situazioni meteo favorevoli all’innesco dei cumulonembi ma la certezza che sia iniziato un nubifragio che può innescare flussi detritici e piene improvvise la si può avere solo seguendo in tempo reale la registrazione pluviometrica tramite strumenti in grado di registrare la pioggia caduta ogni 3 minuti. La curva è tipica e consente di individuare il fenomeno sul nascere dopo pochi minuti.
Prima che gli eventuali flussi idrici o colate detritiche possano sopraggiungere nelle aree urbane a valle possono trascorrere diverse decine di minuti che sono sufficienti ad attivare il piano di protezione civile già predisposto e sperimentato che consenta ai cittadini di togliersi dalle strade che possono essere percorse dai flussi.
Ad esempio, durante la tragica alluvione di Genova e delle Cinque Terre del novembre 2011 i flussi giunsero nelle strade cittadine circa 4-5 ore dopo l’inizio del nubifragio.
I flussi idrici e le colate detritiche devono percorrere obbligatoriamente i fondo valle per cui sono agevolmente individuabili le strade che possono essere invase.
Un adeguato sistema di comunicazione sonora e visiva ubicata nelle zone potenzialmente vulnerabili consente ai cittadini di mettersi al sicuro fino al cessato allarme.
Ripropongo la figura che sintetizza l’evoluzione tipo del fenomeno (con un esempio applicato ad un nubifragio verificatosi il 1 settembre 2014 nel bacino del Sarno in Campania che ha originato flussi detritici a Solofra) e la conseguente attivazione del sistema di allarme.