Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati: trent’anni in difesa dell’ambiente

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coouTrent’anni di attività e oltre 5 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato recuperate su tutto il territorio nazionale, con un risparmio per l’Italia di 3 miliardi di euro sulla bolletta petrolifera. Sono alcuni dei dati relativi alle performance del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che ha celebrato oggi il suo 30° anniversario nel corso dell’evento “Difendiamo l’ambiente. Da 30 anni” al quale hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il presidente dell’Unione Petrolifera Alessandro Gilotti, il direttore generale di Legambiente Rossella Muroni, il presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi e il delegato Anci Energia e Rifiuti Filippo Bernocchi.

Il COOU, attivo dal 1984, coordina l’attività di 72 aziende private di raccolta e di 5 impianti di rigenerazione distribuiti sul territorio nazionale; recupera ormai il 98% dell’olio lubrificante usato raccoglibile e ne destina allarigenerazione il 90%, un dato che non ha eguali in Europa. L’olio lubrificante usato, che la legge definisce “rifiuto pericoloso” (bastano 4 kg di olio usato dispersi in mare per inquinare irrimediabilmente una superfice d’acqua grande come un campo da calcio), attraverso la rigenerazione può essere trasformato in una base lubrificante nuova che ha le stesse caratteristiche di quella di prima raffinazione. In 30 anni, attraverso la rigenerazione sono state prodotte 2,5 milioni di tonnellate di oli base e oggi l’olio rigenerato entra nelle formulazioni del 25% dell’olio lubrificante prodotto in Italia.

“Proteggere l’ambiente e trasformare un rifiuto in risorsa – ha spiegato il presidente del Consorzio, Paolo Tomasi è da trent’anni il nostro lavoro, la nostra scommessa sulla qualità della vita. Una scommessa che, come emerge anche dal “Green Economy Report” realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, oggi possiamo dire vinta, dal momento che il lavoro della nostra filiera ha consentito all’Italia di raggiungere standard elevatissimi nella raccolta e nel riciclo di questo rifiuto pericoloso. Un lavoro che non è passato inosservato all’estero, se si pensa che il nostro know-how è stato esportato in Paesi come la Cina e gli Stati Uniti. In trent’anni il mutamento delle condizioni economiche e normative ci ha posto con continuità delle sfide che ci hanno stimolato a un miglioramento continuo; e ancora oggi, la spinta ‘green’ e la sfida della sostenibilità rappresenteranno i criteri ispiratori per confermarci in futuro protagonisti di una Economy responsabile, competente e matura. Come quella che abbiamo perseguito e contribuito a realizzare nei trent’anni trascorsi”.   

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