Oltre ai forti rovesci di pioggia, e ai temporali, nelle prossime ore, lungo le coste ioniche della Sicilia e della bassa Calabria s’innescheranno le condizioni ideali per lo sviluppo delle cosiddette “Waterspout”, le tradizionali trombe marine che in questo periodo dell’anno si formano con una certa frequenza davanti i nostri litorali. In questo caso la rotazione delle nuvole temporalesche viene indotta dal forte “Shear” del vento (notevoli variazioni in velocità e direzione del vento man mano che si sale di quota), creato dalla stessa circolazione depressionaria a mesoscala, costruiranno le situazioni adatte per il verificarsi di tale fenomenologia. La presenza in quota di un sostenuto flusso occidentale, che scorre al di sopra della ventilazione orientale, o più da NE, insistente nei bassi strati, fra basso Tirreno e Ionio, inciderà notevolmente nell’imprimere consistenti moti rotatori all’interno dei sistemi temporaleschi (moti rotatori che non vanno confusi con gli “Updrafts” roteanti caratteristici delle sole “Supercelle”). Molte di queste sì potranno formare solo in mare (dove la base dei cumulonembi rimane molto bassa in assenza di ostacoli orografici), mantenendosi a una distanza di sicurezza dalla costa, senza creare alcun tipo di problema.
Questa situazione, di elevati valori di “Shear” del vento, persisterà fino alla mattinata di lunedì, mettendo su l’ambiente ideale per lo sviluppo di tali fenomeni a ridosso delle aree litoranee, aperte ai venti del primo e secondo quadrante. In sostanza qualunque moto ascendente che sia rapido e che abbia diverse velocità ai vari livelli troposferici è potenzialmente carico di moti vorticosi, che possono poi rappresentare un buon potenziale per produrre delle possibili trombe d’aria. La stragrande maggioranza dei fenomeni vorticosi che si vedono in Italia sono originati da “Shelf Cloud” molto attive e ben formate. In questi casi il moto rotatorio che forma la tromba d’aria viene innescato dal “downdraft” associato alla precipitazione. In genere se il “downdraft” annesso non ha intensità omogenea lungo tutta la “Shelf Cloud” essa può subire una inclinazione o addirittura una frattura per la diversa spinta da esso generato. L’inclinazione della “Shelf Cloud” può essere cosi spinta che una parte di essa può arrivare a toccare il suolo o la superficie marina, formando così la tromba marina. L’evoluzione del fenomeno è cosi rapida che sovente si osserva la tromba marina già formata e sviluppata. In altre occasioni, ben più rare, le trombe d’aria o le “Waterspout” che si generano in seguito a forti turbolenze proprie della “Shelf Cloud” che riescono a sfondare e a raggiungere il suolo. Il moto rotatorio necessario per la formazione della tromba d’aria viene quasi generato dalla linea di demarcazione esistente tra la corrente ascensionale e quella discendente che non sempre origina “Shelf Cloud”. La linea di demarcazione insiste fino a quando la “Cella temporalesca” è attiva da avere contemporaneamente forti moti ascensionali e discendenti al proprio interno.