Primi accumuli anche sulle montagne della Mongolia settentrionale e in alcune ristrette aree della steppa kazaka nord-orientale. Questa profonda depressione, è stata ben alimentata, lungo il suo bordo più occidentale, dalla discesa di masse d’aria piuttosto fredde, per non dire gelide in quota, provenienti direttamente dal mar Glaciale Artico. La particolare configurazione barica, che vedeva ad ovest della profonda depressione fredda un promontorio anticiclonico dinamico, con massimi barici al suolo di oltre i 1020 hpa sulla Siberia centro-occidentale, ha permesso lo scivolamento di un esteso blocco di aria fredda, di origine artica, ma successivamente “continentalizzata”, tra la Siberia orientale e i territori dell’estremo oriente russo, affacciati al mar di Ohotsk. L’aria piuttosto fredda richiamata dall’Artico russo, tramite l’attivazione di una tesa ventilazione settentrionale, a tratti anche intensa da NO sulla Jacuzia, si è versata rapidamente su tutta la Siberia orientale, invadendo l’area, tra i monti Cerski e l’altopiano dell’Anadyr, con un nucleo di circa -9°C -10°C alla quota di 850 hpa. Questa incursione d’aria molto fredda e pesante, fra la Siberia centrale e l’altopiano della Siberia orientale, è stata accompagnata anche dall’avvento di nevicate diffuse che hanno imbiancato, fino al piano, una larga fetta dell’area siberiana, a cavallo fra gli ultimi giorni di Settembre e i primi di Ottobre. Ora il manto nevoso si estende in direzione delle terre dell’altopiano della Siberia centrale, includendo le aree a nord del lago Bajkal, appena a nord dell’altopiano di Stanovoj, dove si registrano accumuli sui 4-5 cm, con punte di oltre 8-10 cm di neve fresca, appena depositata dalle prime nevicate autunnali, cadute nei giorni scorsi. Ma gli accumuli di neve più consistenti, al momento, sono presenti proprio sulla Siberia orientale, lungo il versante settentrionale dei monti Cerski, con importanti accumuli fin sulle sottostanti aree pianeggianti che degradano verso nord, verso il mare della Siberia Orientale, e sul versante settentrionale dei rilievi dell’altopiano della Siberia centrale.
Questo perché nei giorni scorsi, i sostenuti e freddi venti da Nord e N-NO, richiamati dalla profonda depressione centrata sull’estremo oriente russo, sono andati ad impattare sul versante settentrionale dei monti Cerski, addossando una fitta nuvolosità da “stau” che ha dato la stura a precipitazioni nevose diffuse, anche di moderata o forte intensità, ed accompagnate anche da una fredda e rafficata ventilazione settentrionale. Queste intense e persistenti precipitazioni nevoso, esacerbate dal “forcing” orografico dei monti Cerski, hanno permesso l’accumulo di queste consistenti quantità di neve fresca in una larga area della Siberia orientale. Ma nevicate piuttosto consistenti hanno imbiancato, per bene, le aree della Siberia settentrionale, ad est della penisola di Tajmyr, e le coste affacciate al mare di Laptev. L’ulteriore estensione dei suoli innevati, fin verso i territori della Siberia centrale e l’area a nord del Bajkal, avrà importanti ripercussioni nei prossimi giorni, sotto il profilo meteo/climatico. Difatti, i suoli innevati di fresco, causeranno un massiccio raffreddamento dello strato d’aria presente nei bassi strati, incrementando il forte raffreddamento che proprio in questo periodo caratterizza l’Eurasia, a seguito della diminuzione del soleggiamento diurno e dell’allungamento della notte sul giorno.