Indosserà una ‘maglietta’ super tecnologica con sofisticati sensori per monitorare il sonno in assenza di gravità e porterà maker sul corpo per studiare le strategie di adattamento alla vita in microgravità. Sono 200-250 i test e gli esperimenti, di cui una dozzina selezionati da scienziati italiani, cui prenderà parte l’astronauta italiana dell’Esa, Samantha Cristoforetti, la prima italiana ad andare nello spazio con la missione ‘Futura’ dell’Asi che durerà circa sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale. “Ci sono esperimenti che richiedono una parte attiva dell’astronauta, un ruolo di ‘cavia’, e sono i più complessi” afferma Cristoforetti che ha incontrato oggi la stampa italiana nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana di Tor Vergata, alle porte di Roma, alla presenza del numero uno dell’Asi, Roberto Battiston.
“Avrò l’onore di essere il tecnico di laboratorio e di prestare le mie mani, i miei occhi e anche molto spesso fare da cavia per gli esperimenti dei nostri scienziati” dice Samantha. “Per svolgere gli esperimenti, -aggiunge- un astronauta deve anche sostenere un training con gli scienziati”.
Fra i dieci esperimenti italiani che Cristoforetti realizzerà nel corso della missione ‘Futura’, la maglietta hi-tech che Samantha indossserà in orbita fa parte del progetto Wearable monitoring (Fondazione Don Gnocchi) e controllerà l’attività cardiaca dell’astronauta durante il sonno. Realizzata da Altran e da Thales Alenia Space è invece la stampante 3D tutta italiana che lavorerà in parallelo con quella della Nasa appena arrivata a bordo della Iss. La stampante 3D italiana servirà a testare la possibilità di produrre pezzi di ricambio direttamente in orbita. Tra gli esperimenti più ‘glamour’ della missione c’è la macchina per il caffè IssPresso nata in collaborazione con l’Asi e Argotec, Lavazza e Finmeccanica-Selex Es. Di rilievo è anche il test ‘Drain Brain’, coordinato dal clinico Paolo Zamboni, del Centro malattie vascolari dell’Università di Ferrara. Questo esperimento, cui si sottoporrà Samantha, studierà la circolazione del sangue nel cervello in microgravità. A studiare l’adattamento del cervello umano nello spazio sarà l’esperimento Slink, mentre le tecniche di decontaminazione dai batteri sarà l’obiettivo dell’esperimento Vable dell’Universita’ della Tuscia. E ancora. L’esperimento Cytospace dell’Università La Sapienza di Roma e Kayser Italia monitorerà e studierà il modo i cui le cellule si sviluppano in assenza di peso, mentre Bone-Muscke Check dell’Università di Salerno ha l’obiettivo di studiare la perdita di massa muscolare nello spazio e, infine, il test Nato dell’Università di Pavia testerà nanoparticelle per combattere l’osteoporosi.