Nell’ambito della Settimana del Pianeta Terra 2014, che si svolge dal 12 e 19 Ottobre in tutta Italia, è stato presentato oggi, per la prima volta, a Cagliari uno studio pilota che rivela una scoperta davvero sorprendente: lo smog causerebbe infertilità maschile.
Ad affermarlo è il geochimico Domenico Cicchella dell’Università del Sannio, uno degli autori dello studio, insieme a Luca Giaccio, sempre dell’Università del Sannio, Benedetto De Vivo, Michele De Rosa e Gaetano Lombardi dell’Università Federico II di Napoli.
“Lì dove c’è un alta concentrazione di metalli pesanti è stato riscontrato anche un alto tasso di infertilità maschile. Lo studio è nuovo ed è stato realizzato da noi italiani, ricercatori dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università del Sannio” afferma Cicchella.
Lo studio, che è stato presentato oggi durante la conferenza dedicata alla Geologia Medica, è stato definito “shock” per gli elementi che pone in risalto ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Geochemical Exploration , validato dunque dalla comunità scientifica.
“Una equipe di ricercatori tra cui geochimici, medici e biologi – ha spiegato il geochimico Cicchella – ha studiato le possibili relazioni esistenti tra alte concentrazioni di metalli pesanti nei suoli della Provincia di Napoli e la qualità del liquido seminale degli abitanti di sesso maschile. Sono stati esaminati 600 soggetti selezionati da un campione di 1.237 uomini che si erano rivolti al Laboratorio di Andrologia della “Federico II” per problemi legati alla fertilità. Attraverso l’uso di metodi geostatistici, i dati relativi alla qualità del liquido seminale sono stati confrontati con la distribuzione geochimica dei metalli pesanti nei suoli.
I risultati hanno dimostrato una forte correlazione tra le concentrazioni anomale di piombo e antimonio e la scarsa qualità del liquido seminale. Cioè gli uomini che presentano un liquido seminale di più scarsa qualità vivono perlopiù in aree contaminate da metalli pesanti. Una correlazione più debole è stata osservata anche con mercurio e zinco, mentre valori di concentrazione anomali di altri elementi (Al, As, Cd, Cr, Cu, Mn, Mo e Tl) non sembrano avere alcuna correlazione.
Negli ultimi anni, un significativo aumento nell’incidenza di infertilità maschile – ha concluso Cicchella – è stato osservato e descritto dalla letteratura scientifica internazionale, sollevando dubbi circa le sue cause. Scienziati di molti Paesi avevano ipotizzato che l’esposizione all’inquinamento ambientale può contribuire ad un peggioramento della qualità del liquido seminale maschile. Diversi studi sono stati fatti circa gli effetti sulla fertilità maschile causati da esposizione ad alte dosi di metalli pesanti nei luoghi di lavoro, ma mancavano ricerche sugli effetti causati dall’esposizione continua e a basse dosi di metalli pesanti legata, ad esempio, all’inquinamento delle aree urbane”.
“Oggi abbiamo illustrato , per la prima volta – ha affermato Paolo Valera , Presidente dell’Associazione Geologia Medica Italia e Ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari – i risultati fin qui raggiunti, grazie all’approccio multidisciplinare, nella ricerca dei fattori ambientali scatenanti patologie autoimmuni (SM e T1D) e dei Disturbi dello Spettro Autistico ed è stato presentato lo stato di avanzamento sulle conoscenze delle interazioni salute-ambiente nel campo della dermatologia. Inoltre i colleghi dell’INAIL di Milano e Cagliari hanno presentato alcuni casi di studio, focalizzati sull’esposizione al quarzo in ambiente lavorativo, mentre i colleghi di Napoli hanno illustrato i risultati di uno studio sulla relazione esistente tra alcuni fattori ambientali ed un sempre più allarmante calo della fertilità maschile”. La conferenza è ancora in corso presso l’Università di Cagliari e si concluderà nel primo pomeriggio di oggi.