Ad affermarlo è il geochimico Domenico Cicchella dell’Università del Sannio, uno degli autori dello studio, insieme a Luca Giaccio, sempre dell’Università del Sannio, Benedetto De Vivo, Michele De Rosa e Gaetano Lombardi dell’Università Federico II di Napoli.
“Lì dove c’è un alta concentrazione di metalli pesanti è stato riscontrato anche un alto tasso di infertilità maschile. Lo studio è nuovo ed è stato realizzato da noi italiani, ricercatori dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università del Sannio” afferma Cicchella.
Lo studio, che è stato presentato oggi durante la conferenza dedicata alla Geologia Medica, è stato definito “shock” per gli elementi che pone in risalto ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Geochemical Exploration , validato dunque dalla comunità scientifica.
I risultati hanno dimostrato una forte correlazione tra le concentrazioni anomale di piombo e antimonio e la scarsa qualità del liquido seminale. Cioè gli uomini che presentano un liquido seminale di più scarsa qualità vivono perlopiù in aree contaminate da metalli pesanti. Una correlazione più debole è stata osservata anche con mercurio e zinco, mentre valori di concentrazione anomali di altri elementi (Al, As, Cd, Cr, Cu, Mn, Mo e Tl) non sembrano avere alcuna correlazione.
Negli ultimi anni, un significativo aumento nell’incidenza di infertilità maschile – ha concluso Cicchella – è stato osservato e descritto dalla letteratura scientifica internazionale, sollevando dubbi circa le sue cause. Scienziati di molti Paesi avevano ipotizzato che l’esposizione all’inquinamento ambientale può contribuire ad un peggioramento della qualità del liquido seminale maschile. Diversi studi sono stati fatti circa gli effetti sulla fertilità maschile causati da esposizione ad alte dosi di metalli pesanti nei luoghi di lavoro, ma mancavano ricerche sugli effetti causati dall’esposizione continua e a basse dosi di metalli pesanti legata, ad esempio, all’inquinamento delle aree urbane”.