Un ciclone mediterraneo sta attraversando lo Ionio da sudovest a nordest innescando cumulonembi lungo le coste Italiane.
Il servizio meteorologico dell’Aeronautica militare ha comunicato che oggi 5 ottobre 2014 le regioni meridionali sono interessate da una circolazione depressionaria di origine africana che determinera’ diffuse condizioni di instabilita’, con fenomeni anche di forte intensita’ su Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia; i fenomeni saranno piu’ diffusi su Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia e potranno anche essere di forte intensita’ sull’isola, sulla Calabria ionica, sulla Basilicata centro-orientale e sulla Puglia centro-meridionale, saranno piu’ isolati sul Molise mentre solo occasionali sulla Campania e comunque limitati alle zone montuose orientali ed al settore meridionale. Per domani 6 ottobre persisteranno generali condizioni di maltempo, con molte nubi e precipitazioni associate, meno probabili sulla Campania, che nella prima parte della giornata saranno ancora diffuse e a prevalente carattere temporalesco su Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. I fenomeni tenderanno ad attenuarsi dalla tarda mattinata limitandosi nel corso del pomeriggio alla Puglia per un successivo generale miglioramento serale.
Sulla Sicilia orientale si sono verificati diversi nubifragi rilasciati da cumulonembi che hanno creato seri disagi anche nella città di Catania.
Nell’immagine è delineato il probabile percorso del ciclone mediterraneo e sono individuate le aree nelle quali si possono verificare nubifragi in relazione all’innesco di cumulonembi. Detto questo si deve solo attendere quello che accadrà sperando, come al solito, “che io me la cavo”.
Questa è la classica situazione nella quale sarebbe utilissimo un sistema di allarme idrogeologico immediato a scala comunale e di bacino idrografico in grado di individuare sul nascere eventuali nubifragi e consentire di attivare i piani di protezione civile locali e di bacino idrografico per evitare che eventuali flussi idrici e detritici colpiscano i cittadini in mezzo alle strade e nelle situazioni più pericolose.
Come altre volte evidenziato non si dispone attualmente di una adeguata rete di monitoraggio idrologico che consenta di evitare altre vittime come accaduto lo scorso autunno in Sardegna.
I responsabili istituzionali locali e nazionali della sicurezza dei cittadini sono in tragico ritardo circa la difesa dai nubifragi e conseguenti alluvioni lampo.
Da tempo abbiamo proposto il sistema di allarme idrogeologico che si basa sui risultati di ricerche multidisciplinari nelle aree devastate dai fenomeni alluvionali rilasciati da cumulonembi negli ultimi anni.
Al sopraggiungere di sistemi perturbativi associati ad aria fredda a tutte le quote, si innescano, fisiologicamente, dinamiche convettive che portano alla formazione dei cumulonembi, le nubi temporalesche.
I fenomeni osservati sono, quindi, tipici e frequenti sulla nostra regione; ma quanto sopra riportato consente anche di poter dichiarare che essi sono ben “intercettati” dalle moderne tecniche previsionali. Queste ultime devono poi concatenarsi a sistemi di monitoraggio degli effettivi apporti meteorici in quanto saranno solo questi ultimi a determinare le situazioni di criticità sul territorio: una rete diffusa di pluviometri è probabilmente l’unica infrastruttura capace di salvare una vita umana dalle conseguenze di un nubifragio.
Ricordiamo che i cumulonembi sono nuvole temporalesche a sviluppo verticale che con la sommità raggiungono e superano, specie alla fine dell’estate, i 12-15 km di altezza, rilasciando consistenti volumi di pioggia; si formano rapidamente e non possono essere individuati con ore di anticipo. Possono rilasciare da alcune decine di mm ad oltre 180 mm di pioggia in un’ora, come accaduto a Genova bell’autunno del 2011. I volumi d’acqua che precipitano al suolo interessano aree limitate e possono innescare vari fenomeni sulla superficie del suolo, dal deflusso abbondante alle colate detritico-fangose. I danni possono essere molto gravi nelle aree urbane dove si possono verificare anche vittime come accaduto nello scorso autunno in Sardegna.
Stranamente non è stato ancora compreso dai responsabili delle istituzioni pubbliche preposti alla sicurezza dei cittadini che gli attuali sistemi di monitoraggio non servono a mettere in sicurezza i cittadini da questi micidiali fenomeni.
Da anni abbiamo evidenziato questa drammatica situazione e indicato una soluzione che serve, almeno, ad evitare vittime e danni alle persone.
Ecco cosa si può e deve fare!
E’ praticamente impossibile mettere in sicurezza in tempi rapidi tutte le aree urbane ed antropizzate esposte ai pericoli idrogeologici. Molti problemi sono stati creati realizzando insediamenti urbani in aree esposte ai pericoli idrogeologici.
Anche impedendo nuovi interventi in aree pericolose non si risolverebbe il problema delle urbanizzazioni già realizzate.
Pragmaticamente siamo giunti alla conclusione che in tempi brevi e con costi contenuti si può e si deve tentare di salvare almeno le vite umane.
E’ evidente che occorre una nuova organizzazione in grado di fare scattare un sistema di allarme idrogeologico immediato che può e deve essere attivato nelle aree urbane e nel territorio interessato da infrastrutture di importanza strategica dopo pochi minuti che i vari pluviometri distribuiti sul territorio hanno iniziato a registrare una pioggia eccezionale tipica dei cumulonembi che può innescare fenomeni idrogeologici devastanti.
L’immagine a sinistra illustra il probabile percorso del ciclone mediterraneo ed individua le aree che possono essere interessate da nubifragi fino a domani 6 ottobre 2014.
L’immagine a destra illustra schematicamente le curve pluviometriche tipicamente rilasciate dai nubifragi rilasciati da cumulonembi e la possibilità di individuare l’eccezionale fenomeno idrologico sul nascere attivando il Sistema di Allarme Idrogeologico Immediato con il conseguente Piano di Protezione Civile locale e di bacino idrografico.