A fine 2012, la sonda MESSENGER, lanciata dalla Nasa nel 2004 e che orbita dall’inizio del 2011 attorno a Mercurio, ha confermato queste osservazioni scoprendo dei crateri che, essendo sempre all’ombra e sempre sottozero, in grado perciò di mantenere l’acqua allo stato solido. Mercurio quindi ha conservato dei giacimenti di ghiaccio al polo Nord, si parla di migliaia di tonnellate di materiale. Solo pochi giorni fa, però, gli scienziati hanno ottenuto le prime immagini, approfittando di una flebile luce solare che ha attraversato quei crateri.
Da qui in poi c’è solo da studiare: la consistenza del ghiaccio in fondo al cratere Prokofiev, largo 113 chilometri, suggerisce che il materiale si sia formato in tempi relativamente recenti, piuttosto che miliardi di anni fa (sarebbe stato portato da comete e asteroidi). Altre immagini scattate in passato confermerebbero questa ipotesi, visto che sarebbero state trovate incrostazioni scure, materiale organico congelato (idrocarburi e altre molecole organiche più complesse) che copre il ghiaccio in alcune aree, con confini netti tra i due diversi tipi di materiale. “Questo risultato è sorprendente, perché i confini indicano che i depositi ai poli di Mercurio sono geologicamente giovani”, ha detto Nancy Chabot, ricercatrice nel team di MESSENGER.
Anche i crateri della Luna custodiscono depositi di acqua ghiacciata ma il tipo di materiale e i depositi sono diversi da quelli trovati su Mercurio.