Ancor prima dello spettacolare incidente di ieri, quando un razzo Antares diretto alla Stazione spaziale internazionale e’ esploso pochi secondi dopo essersi sollevato dal Mid-Atlantic Regional Spaceport della Virginia, la compagnia costruttrice, Orbital Sciences (Orb), progettava di ritirare dal servizio i motori a combustibile liquido di fabbricazione russa impiegati nel vettore.
Il principale sospettato dell’incidente di ieri e’ infatti l’obsoleto AJ-26, progettato negli anni Sessanta nel contesto della corsa allo spazio dell’Unione Sovietica. Pur datato, l’AJ-26 vanta ancora oggi uno tra i piu’ elevati rapporti peso-spinta della categoria. Le versioni impiegate sui razzi Antares sono state “aggiornate e americanizzate”, ha dichiarato Frank Culbertson, il responsabile del programma di collaborazione con la Nasa di Orb, che ha difeso il motore dalle critiche definendolo “solido e robusto”.
Il fondatore della compagnia rivale SpaceX, Elon Musk, aveva pero’ ridicolizzato la scelta di optare per il vetusto motore a razzo russo gia’ due anni fa, durante una intervista a “Wired” in cui aveva dichiarato che le compagnie del settore spaziale puntano a “salvarsi il posteriore” affidandosi a tecnologie antiquate nella speranza di annullare il fattore di rischio. Durante l’intervista, Musk aveva espressamente citato il razzo Antares e la scelta di Orbital Sciences di utilizzare dli AJ-26: “Non sto dicendo che si affidano a un design degli anni Sessanta, ma letteralmente a motori realizzati negli anni Sessanta e chesso’, ibernati da qualche parte in Siberia”.