articolo del 20 ottobre 2014
“Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai. Tu sei ricco e ti tirano le pietre Non sei ricco e ti tirano le pietre Al mondo non c’è mai qualcosa che gli va e pietre prenderai senza pietà! Sarà così finché vivrai Sarà così”. L’amara riflessione espressa dalla canzone di Antoine è tremendamente attuale per la meteorologia e la cultura italiana: sono passati infatti solo pochi giorni dall’ultimo gravissimo disastro naturale che ha messo in ginocchio il Paese provocando 4 morti, numerosi feriti e danni inestimabili al centro/nord tra Genova, basso Piemonte, Parma, Maremma e Friuli Venezia Giulia, ma evidentemente in molti non hanno ancora capito quanto è importante e delicato prepararsi in modo adeguato a questo tipo di fenomeni estremi.
Nei prossimi giorni, infatti, una nuova violenta ondata di maltempo colpirà l’Italia: stavolta le Regioni più colpite saranno quelle del Sud, con tanti fenomeni estremi che potranno avere effetti altrettanto distruttivi rispetto a quanto già accaduto nei giorni scorsi al Nord, quando non sono mancate le polemiche per la mancata allerta meteo. Nell’occhio del ciclone, infatti, ci sono stati i meteorologi colpevoli di non aver previsto quanto accaduto a Genova, e poi nell’alessandrino, e poi Parma, e poi in Maremma, e poi in Friuli. Eppure due giorni prima del disastro su MeteoWeb scrivevamo a chiare lettere “allerta meteo: rischio alluvione“, e venivamo derisi dai commenti del popolo dei social network, dove eravamo accusati di essere “allarmisti“, addirittura “meteo terroristi” e di “prevedere bufale“. Lo stesso copione si ripete oggi.
A chiare lettere stiamo illustrando tutti i rischi della prossima violenta ondata di maltempo, e veniamo tacciati di “allarmismo“, “terrorismo“, in tanti si mobilitano per dimostrare che la nostra sarebbe una “bufala“. Quando, poi, tra mercoledì, giovedì e venerdì, l’Italia verrà davvero investita da questo nuovo furioso peggioramento con temperature in picchiata di oltre 12°C in poche ore, venti impetuosi con raffiche fino a 140km/h nelle Regioni meridionali (soprattutto in Sardegna e Sicilia), devastanti mareggiate, trombe d’aria, grandinate e forti temporali al Sud, ci auguriamo ovviamente di non dover raccontare le ennesime disastrose conseguenze sul territorio ma sicuramente assisteremo alle lacrime di coccodrillo di chi prima non credeva all’allerta e poi si vedrà travolto dagli stessi eventi.
Ovviamente al centro della polemica c’è il fatto che, da ormai una settimana, su MeteoWeb stiamo scrivendo a chiare lettere che sull’Italia arriva l’uragano Gonzalo. Cioè nient’altro che la verità. Forse oggi chi si accanisce così tanto contro questa sacrosanta previsione è frustrato dal fatto di essere stato anticipato nella lettura dell’evoluzione meteo: avrebbe voluto annunciarlo per primo, e adesso anziché accodarsi a MeteoWeb (che problema ci sarebbe?) preferisce mistificare la realtà pur di non riconoscere la bravura altrui.
Facciamo chiarezza: da circa 15 giorni un potentissimo anticiclone Sub-Tropicale sta occupando il Mediterraneo centrale e l’Italia meridionale, provocando una spaventosa anomalia di caldo con temperature da record, senza precedenti nella storia del mese di ottobre, e un clima tipicamente estivo. Fino a pochi giorni fa, prima che nell’Atlantico si formasse l’uragano Gonzalo, le proiezioni meteorologiche per la terza decade di ottobre erano impressionanti: l’anticiclone sembrava non dovesse mai mollare la presa continuando a garantire sole e caldo fino alla fine del mese in tutto il nostro Paese. Poi è arrivato Gonzalo, è diventato un “mostro” nell’oceano Atlantico raggiungendo la 4^ categoria della scala Saffir-Simpson con venti fino a 240km/h, ha devastato l’arcipelago delle Bermuda e poi s’è diretto verso l’Europa dove queste tempeste tropicali arrivano molto raramente, eppure è ormai a ridosso del Regno Unito dove arriverà proprio stasera, come su MeteoWeb scrivevamo 6 giorni fa.
E non è finita qui. Gonzalo, una volta superate le isole Britanniche, andrà a scombussolare tutti i precedenti assetti barici sull’Europa e spingerà verso l’Italia masse d’aria fredde e umide che alimenteranno la formazione di un nuovo ciclone secondario, figlio ovviamente proprio di Gonzalo, che nascerà nel nostro Paese. Una ciclogenesi dovuta all’arrivo dei “resti” dell’uragano, che però una volta arrivato sull’Italia si intensificherà nuovamente a causa delle temperature delle acque del Mediterraneo centrale, ancora molto miti. La tempesta diventerà nuovamente molto violenta. Tra mercoledì, giovedì e venerdì l’Italia sarà sferzata da fenomeni molto estremi: al Sud i venti di maestrale e tramontana supereranno in molte località i 110–115km/h, con raffiche di 140km/h tra Sardegna e Sicilia, venti tipici degli uragani di prima categoria sulla scala Saffir-Simpson. Ma siamo in Italia. Fossimo ai Caraibi lo chiamerebbero “hurricane“, in Giappone o Cina sarebbe un “tifone“, in India un “ciclone“, in Italia invece siamo legati alla terminologia sobria e seriosa delle accademie e parliamo di “perturbazione“.
Ma una perturbazione così violenta non è una perturbazione normale, come tutte le altre. E bisogna differenziarla in qualche modo per rendere l’idea di quello che succederà, per avvisare la popolazione che in quei giorni nelle zone colpite sarà opportuno tenere gli occhi aperti. Ovviamente poi bisogna leggerle le previsioni, perchè al centro/nord nonostante il crollo termico e i forti venti, i cieli rimarranno sereni o poco nuvolosi. Le principali città del Paese (Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Verona) non avranno alcun tipo di pioggia o temporali: soltanto forti venti e calo termico, ma i cieli rimarranno sereni. Il maltempo sarà al Sud, e a causa dei contrasti termici avremo fenomeni particolarmente violenti provocati proprio dall’uragano Gonzalo e della sua influenza su questo brusco peggioramento del tempo. Riteniamo opportuno chiarire come stanno davvero le cose. Da meteorologi e da giornalisti riteniamo che il nostro interlocutore debba essere la gente, il cittadino comune, che ovviamente non riesce a comprendere la terminologia burocratica della protezione civile secondo cui le parole “moderata criticità” in realtà nel bollettino ufficiale significano “diffuse frane, colate di fango e detriti, cadute di massi, inondazioni, danni e allagamenti a edifici o piccoli centri abitati, strade e ferrovie, pericolo per la pubblica incolumità/possibili perdite di vite umane“. Alla faccia della “moderata” criticità.
Fino a due giorni fa la polemica era sull’allerta meteo mancata. Adesso la stiamo dando nel modo più chiaro possibile per un evento che si prospetta ancor più pericoloso, eppure al tempo stesso c’è chi ha il coraggio di scrivere che “creiamo il panico“. In realtà di panico non sembra essercene, eppure vista la situazione meteo attesa per i prossimi giorni un po’ d’attenzione in più non guasterebbe. E’ questo il vero problema: l’assenza della cultura della prevenzione, che in meteorologia significa previsione. Tanto si discute da anni del fatto di poter prevedere i terremoti. A L’Aquila gli esperti sono stati condannati a 6 anni di carcere perchè non avevamo previsto il sisma. Ma voi vi immaginate le previsioni dei terremoti con quale ironia, con quale supponenza, con quale scetticismo, sarcasmo e derisione sarebbero “accolte” da chi ancora non si fida neanche del meteo, che ormai è estremamente affidabile?
E’ proprio vero quello che cantava Antoine. “Se lavori, ti tirano le pietre. Non fai niente e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai capire tu non puoi se è bene o male quello che tu fai. Tu sei bello e ti tirano le pietre. Tu sei brutto e ti tirano le pietre. E il giorno che vorrai difenderti vedrai che tante pietre in faccia prenderai! Sarà così finché vivrai Sarà così“.