È tutto pronto per il lancio del veicolo Soyuz che porterà nello spazio la prima astronauta italiana, Samantha Cristoforetti. La navicella sarà lanciata verso la Stazione spaziale internazionale (Iss) dal cosmodromo russo di Baikonur, in Kazakistan, alle 22.01 di domani ora italiana e l’attracco è previsto sei ore dopo. Sull’Iss Cristoforetti e i suoi due compagni di missione, il russo Anton Shkaplerov e l’americano Terry Virts, saranno accolti da un’altra donna, la cosmonauta russa Elena Serova. La 37enne Cristoforetti, capitano dell’Aeronautica militare italiana, è la prima donna assegnata a una missione di lunga durata dell’Agenzia spaziale europea (Esa). La sua missione, battezzata Futura, durerà circa sei mesi. Sarà la seconda volta nei 16 anni della storia della Stazione spaziale che due donne faranno contemporaneamente parte del suo equipaggio. Dopo anni di addestramenti e preparativi, la questione di genere è tuttavia l’ultima di cui le astronaute vogliono discutere. “Lo spazio è quello che faccio per lavoro, è questo quello che penso”, aveva sottolineato Serova in un’intervista alla Nasa prima del lancio che a settembre l’ha portata a bordo della Iss. Prima che la 38enne salisse a bordo della Soyuz, alcuni giornalisti russi le avevano chiesto se avrebbe portato con sé l’occorrente per il trucco e come si sarebbe pettinata i capelli. “Ho una domanda per voi: perché non chiedete dei capelli di Alexander, per esempio?”, ha replicato Serova, riferendosi al compagno di viaggio Alexander Samokutyaev, seduto accanto a lei durante la conferenza stampa. “Mi dispiace – ha aggiunto – ma questa è la mia unica risposta. Grazie. Ci sono altre domande?”.
Serova è una delle quattro donne russe volate nello spazio e la prima ad abitare nella Stazione spaziale internazionale. Nel 1963 Valentina Tereshkova divenne la prima donna in assoluto ad arrivare nello spazio e nel 1984 Svetlana Savitskaya fu la prima astronauta donna a fare una passeggiata spaziale. “Avevano delle personalità molto impressionanti, dimostrarono a tutti che quando qualcuno vuole ottenere qualcosa, lo può fare”, ha detto Serova. Intanto proprio in questo periodo un team di ricercatori statunitensi sta analizzando l’impatto che il genere può avere sulla salute degli astronauti nello spazio. La Nasa vuole infatti essere sicura che sia gli uomini sia le donne stiano bene durante le missioni sulla Iss, che durano circa sei mesi, e durante i futuri viaggi verso Marte, che saranno sicuramente più lunghi
Questo mese il Journal of Women’s Health ha pubblicato i risultati di una serie di ricerche sull’impatto del genere sull’adattamento allo spazio. Dai test è emerso che le donne tendono a sentirsi più deboli e soffrono di vertigini quando cercano di stare in piedi al ritorno sulla Terra, mentre durante il volo perdono una quantità maggiore di plasma dal sangue. Gli uomini, d’altra parte, hanno maggiori problemi con la vista a causa della pressione intracranica in orbita. Gli scienziati sono inoltre preoccupati per la salute riproduttiva degli astronauti a causa della radiazione spaziale e dell’assenza di gravità. “Non ci sono ancora risposte a molte domande”, hanno ammesso gli autori della ricerca, incoraggiando i governi a inviare più donne nello spazio in modo da permettere lo svolgimento di ulteriori analisi. I maschi continuano tuttavia a dominare lo spazio, almeno per il momento; attualmente la Nasa ha infatti 43 astronauti, di cui soltanto 11 donne.