San Martino di Tours in Italia e nel mondo: tradizioni, leggende e degustazioni gastronomiche

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San Martino è un personaggio molto amato dalla tradizione in tutto il mondo: si contano più di 4000 Chiese in suo onore in Francia e svariate nel resto nel mondo, ed il suo nome è stato dedicato a diverse cittadine. Ecco come si festeggia in Italia: a Venezia l’11 novembre, lungo le calli della città lagunare, i bambini, armati di pentole e coperchi, chiedono ai passanti qualche soldo o delle caramelle, accompagnati da una filastrocca in dialetto: San Martin xè andà in sofita/A trovar la so novizia/La so novizia non ghe gera/’L xè cascà con cul per tera/El s’à messo ‘n boletin/Viva, viva San Martin.

Tramite la raccolta degli spiccioli viene acquistato il tradizionale dolce di San Martino, a forma del Santo a cavallo con spada e mantello, guarnito con glassa di zucchero colorata, praline, caramelle e cioccolatini. A Clusone, in provincia di Bergamo, nel weekend più vicino all’11 novembre, viene festeggiata l’Estate di San Martino ed è tempo di festeggiamenti anche a Palermo, dove si stappa il vino novello, accompagnandolo con i tipici biscotti di San Martino “abbagnati nn’o muscatu”, ossia “inzuppati nel vino moscato”: si tratta di dolcetti a forma di pagnottella rotonda, grandi come un’arancia, con l’aggiunta di semi d’anice o finocchio selvatico nell’impasto. In provincia di Palermo, a Palazzo Adriano, invece, l’11 novembre si celebra la “Festa di San Martino, della Famiglia e della Solidarietà”, un’antica usanza di origine balcanica, celebra gli sposi novelli, donando loro cesti con tovaglie decorate contenenti, in particolare, i “panuzzi di San Martino”, frutta secca, castagne e la Pitta, un pane circolare che simboleggia i valori della famiglia.

In Alto Adige, soprattutto nella Valle di Isarco, è particolarmente sentita la tradizione del “Törggelen“: i contadini della valle festeggiavano il periodo della vendemmia e il vino nuovo offrendo i loro prodotti autunnali. Un tempo si scendeva nelle cantine dove si trovava il torchio, mentre oggi si festeggia nella tipica Stube in legno riscaldata dalla stufa in maiolica. Assieme al mosto e al vino nuovo, non mancano caldarroste, speck, carne affumicata e tutte le delizie altoatesine. Nel comune abruzzese di Scanno, ad esempio, in onore di San Martino si accendono grandi fuochi detti “glorie di San Martino” e le contrade si sfidano a chi fa il fuoco più alto e durevole. A San Martino in Rio (RE) l’11 novembre mettendo in scena un corteo storico che ripercorre le gesta più famose del Santo, dalle battaglie, all’episodio del mantello donato al povero. Ad Ascoli Piceno la sera dell’11 ci si riunisce per mangiare tra amici o in famiglia carne di maiale alla brace e caldarroste, sorseggiando del buon vino novello; mentre a Castiglione in Teverina, in provincia di Viterbo, dal 7 al 9 novembre ogni anno ha luogo un evento gastronomico chiamato “San Martino, olio, funghi e vino”, con degustazione degli oli e dei vini locali. La festa è anche una ottima occasione per assaggiare il tartufo della Valle del Tevere e altri prodotti tipici in una cornice di eventi folkloristici e musicali che offrono ai turisti l’opportunità di fare visita al Museo del Vino e delle Scienze agroalimentari o di percorrere la Strada del Vino della Teverina.

A Teramo la sera dell’11 novembre ci si riunisce tra amici o in famiglia, in cucine, tavernette, locali rustici, per mangiare carne alla brace, costolette, salsicce e tipici arrosticini accompagnati dal vino novello, terminando la cena con caldarroste, chiacchere e musica. A Leffe, in provincia di Bergamo, la Basilica dedicata al Santo viene decorata con luminarie e archi trionfali e la sera del 10 novembre ha luogo una processione con la statua del Santo portata per le vie del centro . E’ tradizione che nella notte tra il 10 e l’11 novembre San Martino porti i regali a tutti i bambini. A Todi, in provincia di Perugia, l’11 novembre Piazza del Popolo si riempie di bancarelle che si snodano per tutta la città. A Quinto Vicentino nel fine settimana dell’11 novembre ha luogo una festa contadina tradizionale dove vengono rappresentati gli antichi mestieri in costume d’epoca. A Predazzo in Valle di Fiemme, Trentino Alto Adige, l’11 novembre si danza intorno al fuoco, tra i suoni ancestrali di corni e campanacci.. E’ punto di orgoglio dei cinque rioni, Ischia, Sommavilla, Pié di Predazzo, Molin e Birreria, riuscire a far salire le fiammate dei falò più in alto di tutti. In molte regioni italiane l’11 novembre è simbolicamente associato alla maturazione del vino nuovo (da qui il noto proverbio :””A San Martino ogni mosto diventa vino”), stappando il vino appena maturato, accompagnandolo, ad esempio, con gustose caldarroste. Nel nord Italia, specialmente nelle aree agricole, fino a non molti anni fa tutti i contratti (di lavoro ma anche di affitto, mezzadria, ecc) avevano inizio (e fine) l’11 novembre, data scelta in quanto i lavori nei campi erano già terminati senza però che fosse già arrivato l’inverno.

Per questo, scaduti i contratti, chi aveva una casa in uso la doveva lasciare libera proprio l’11 novembre e non era inusuale, in quei giorni, imbattersi in carri strapieni di ogni masserizia che si spostavano da un podere all’altro, facendo “San Martino”, nome popolare, proprio per questo motivo, del trasloco. Ancora oggi in molti dialetti e modi di dire del nord “fare San Martino” (Fàa Sàn Martéen o fàa Sàn Martín in lombardo, fèr Sàn Martèin in modenese-emiliano, far San Martìn in veneto) mantiene il significato di traslocare. E nel resto del mondo? In Svezia e Danimarca nel giorno di San Martino si mangia l’oca. Quest’uso è legato ad una leggenda: il Papa voleva far Vescovo a tutti i costi Martino che, essendo umile e non volendone proprio sapere della consacrazione, si nascose in un convento in cui poter vivere e pregare in solitudine.

Quel convento era popolato da oche che, spaventate dalla presenza del Santo, si misero a starnazzare talmente forte, che fu scoperto. Da allora l’oca viene cucinata per punizione ogni anno. Anche in Svizzera essa viene gustata ripiena di finissime fette di mele e in Germania, nella variante ripiena di artemisia profumata, mele, marroni glassati col miele, uva passita e le stesse interiora dell’animale. In Boemia, nel giorno di San Martino, l’oca non solo viene mangiata, ma da esse si trae l’oroscopo per l’inverno: se le sue ossa sono bianche, l’inverno sarà breve e mite; se scure è segno che sarà pioggia, neve e freddo. In Francia, fin dal 1700, è usanza festeggiare l’arrivo dell’inverno l’11 di novembre mangiando l’oca ed una lanterna viene accesa ogni sera come rito della buonanotte fino all’arrivo del Natale.

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