Sull’area euro-atlantica, insiste un quadro sinottico ancora molto pericoloso per le nostre regioni settentrionali, ieri flagellate dalle abbondanti piogge scaricate dall’ennesimo sistema frontale atlantico, bloccato nel suo moto verso levante dal solito promontorio anticiclonico di blocco insistente sull’Europa orientale. Difatti, la presenza di questo ampio promontorio anticiclonico di blocco, disteso con un proprio asse principale dalla Turchia fino alla Scandinavia e il mar Baltico, rallenta significativamente il flusso perturbato principale che entra dall’Atlantico settentrionale, e rendendo quasi stazionaria l’ormai latente circolazione depressionaria posizionata fra Regno Unito e Francia settentrionale. Lungo la base meridionale di questa area depressionaria scorrono diversi sistemi frontali che dal vicino Atlantico si spingono verso la Spagna, la Francia e l’Italia centro-settentrionale, apportando piogge, rovesci e fenomeni temporaleschi. A causa dell’impossibilità di muoversi verso levante, questa circolazione depressionaria, ridossata fra il Regno Unito e la Francia settentrionale, allungherà un proprio asse in direzione del Mediterraneo centro-occidentale, con un nuovo associato sistema frontale a carattere freddo che nel corso della giornata di domani interesserà le nostre regioni centro-settentrionali, dando luogo a una nuova ondata di piogge e rovesci che investiranno le aree già duramente vulnerate dalle forti piogge dei giorni scorsi.
L’avanzata di questo nuovo sistema frontale a carattere freddo sarà preceduta, lungo il suo lato anteriore, dall’attivazione di una sostenuta e umida ventilazione dai quadranti meridionali che purtroppo rinnoverà condizioni d’instabilità sulle stesse zone già finite sott’acqua ieri, a partire dal Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia, in successiva evoluzione verso la Toscana, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Difatti, l’umida ventilazione meridionale, caricandosi di vapore acqueo lungo il mar Tirreno, il mar Ligure, e dal pomeriggio pure sull’Adriatico, raggiungerà le regioni settentrionali come un vento apportatore di nubi e conseguenti precipitazioni. Piogge che purtroppo verranno ulteriormente enfatizzate dal considerevole “forcing” orografico esercitato dai rilievi dell’Appennino ligure e dalle Alpi e Prealpi meridionali nei confronti dell’umido e instabile flusso caldo e umido sud-occidentale, che risale dal basso Mediterraneo centro-occidentale. In sostanza queste montagne, non fanno altro che costringere l’aria calda e molto umida, proveniente dal mar Ligure, a salire in modo molto rapido verso l’alto. Come un effetto “trampolino”, l’aria calda e umida, impattando sui primi contrafforti montuosi, in particolare quelli presenti alle spalle della costa ligure, tende ad ascendere verso l’alto, andando via via a raffreddarsi man mano che sale di quota.
Salendo ad una certa quota l’umidità contenuta in seno alla massa d’aria sub-tropicale viene condensata in imponenti annuvolamenti cumuliformi, i quali salendo sempre più vengono “intercettati” dai forti venti da SO (ascrivibili ad un ramo secondario del “getto”), dominanti nella media e alta troposfera. Questi, toccando la parte sommitali di queste imponenti cumulonembi che fioriscono sopra il crinale appenninico, contribuiscono a piegare le incudini ghiacciate in direzione del basso Piemonte e dell’Emilia occidentale, facendogli assumere un asse decisamente più “obliquo”. In questa situazione l’ammasso temporalesco ha assunto piene caratteristiche autorigeneranti (stazionario), venendo costretto a rifornirsi di continuo di masse d’aria calde, molto umide e instabili, provenienti dal mar Ligure, e sospinte a gran velocità verso l’alto dal flusso sud-occidentale, attivo nei bassi strati, che sbatte continuamente sulle montagne della Liguria, alimentando con aria calda e molto umida l’intero sistema. Questo costante apporto di aria calda e molto umida, sul versante sopravento dell’Appennino ligure, è all’origine delle continue “Cellule temporalesche” che dal crinale si sposteranno successivamente verso le sottostanti zone pedemontane di basso Piemonte, Emilia occidentale e Lombardia, apportando intensi rovesci di pioggia e locali temporali. Alcune di queste, spostandosi verso le pianure lombarde e del Veneto occidentale, pur perdendo l’originale alimentazione caldo umida marittima, pur trovandosi in un ambiente non molto fertile, riusciranno lo stesso a rigenerarsi, muovendosi in direzione del Garda e dell’alto Veneto, dove entra di scena il “forcing” orografico delle Prealpi, nei confronti dell’umida ventilazione meridionale. Fortunatamente questa situazione, estremamente dinamica, si dovrebbe sbloccare già dalla serata di domani, allorquando il grosso delle precipitazioni si sposterà verso levante, interessando più direttamente il Veneto, l’Emilia/Romagna, ed in seguito pure il Friuli, dove oltre alle piogge e ai rovesci sono attesi anche fenomeni temporaleschi, localmente anche di moderata o forte intensità, a partire dalla seconda parte del giorno.